Montagne promosse e bocciate: le bandiere verdi e nere per virtuosi e pirati delle Alpi italiane

Sulle cime più alte ci si rende conto che la neve, il cielo e l’oro hanno lo stesso valore.
(Boris Vian)

Promuovere il turismo va sempre più di pari passo con il tema della sostenibilità, dei viaggi responsabili e del rispetto ambientale, senza i quali territori e patrimoni dell’umanità rischiano di scomparire. Così, dopo le bandiere blu che consegnano nelle mani dei turisti la lista delle spiagge e delle acque più affidabili d’Italia, arrivano le Bandiere verdi di Legambiente per la montagna, con la Carovana delle Alpi, nell’ambito della campagna che monitora lo stato di salute dell’Arco alpino, un ecosistema fragile, minacciato da un eccessivo sfruttamento delle risorse.

L’associazione ambientalista ha esaminato le buone e cattive pratiche realizzate sul territorio da amministrazioni, imprese, associazioni e cittadini, puntando sulla sfida della sostenibilità ambientale e della lotta ai cambiamenti climatici che passa anche per le Alpi – patrimonio di valore inestimabile, culla di paesaggi incontaminati e unici al mondo – capace, se rispettato, di stimolare esperienze nuove e virtuose all’insegna del rispetto ambientale.

Ecco allora le bandiere verdi della Carovana delle Alpi, che assegnano quest’anno 10 riconoscimenti verdi e qualche bandiera nera.

1. Il Piemonte in pole con 3 bandiere verdi si conferma la regione più virtuosa

A essere premiati sono stati:

l’Associazione Dislivelli che con il progetto “Sweet Mountains” si è impegnata far scoprire 200 luoghi sostenibili e accoglienti sulle Alpi occidentali. Qualche esempio?

Le Alpi del mare con la Val Tanaro – Sale da Ormea (Cuneo) fino alle pendici del Marguareis e del Mongioie, incontrando prima le dolci piane di Bagnasco e Garessio, poi gli aspri dirupi calcarei delle Alpi Liguri, caratterizzati da spettacolari emergenze carsiche e i suoi collegamenti con il mare della Liguria – e la Val Pesio –  che s’incunea ai piedi del Marguareis tra boschi di faggi e conifere secolari, pareti verticali e altopiani di calcare. I paesaggi e la fauna sono tutelati dal Parco naturale regionale. Da non perdere la Certosa, memoria di una religiosità antica. Oppure le valli del Monviso, ai piedi del Re di pietra con la Valle Varaita e la Valle Po – Una valle ricca di simboli, dal fiume più lungo d’Italia che nasce al Pian del Re, alla piramide del Monviso.

L’Unione Montana Valle Maria e al Comizio Agrario di Mondovì, che sostiene i piccoli agricoltori, la promozione della figura femminile nell’agricoltura e crede nello sviluppo di un’agricoltura di qualità tesa alla salvaguardia della biodiversità rurale, ambientale e del suolo.

Fiore all’occhiello del Comizio è il frutteto sperimentale al Monastero di San Biagio che vanta oggi 150 anni di attività, gestita da volontari innamorati di questo lembo di terra cuneese a metà tra montagna, collina e pianura, con le Alpi Marittime che la separano dalla riviera ligure.

2. La Val D’Aosta segue al secondo posto con 2 bandiere verdi

La prima bandiera verde ha solcato il terreno del comune di Doues, una piccola località di montagna che si estende alla confluenza della valle del Gran San Bernardo e della Valpelline,

dove lavora la premiata associazione ForrestGump, in un territorio circondato da boschi e montagne che si distingue per la sua posizione panoramica, per la ricchezza della flora e della fauna, per il suo clima. L’ambiente ancora integro e la varietà delle risorse naturali attribuiscono a questa zona un aspetto del tutto peculiare gradito ad un turismo rispettoso della natura.

La seconda associazione premiata – Sistema Ollignan onlus – è attiva a Quart, una zona collinare che occupa la parte orientale della Plaine (la pianura della valle centrale, attraversata dalla Dora Baltea e comprendente il territorio di Aosta e dei comuni limitrofi), attraverso un centro agricolo per disabili.

Una bella e verde distesa immersa tra vigneti, il castello medievale, i siti archeologici come le necropoli e la riserva naturale Les Iles, vicino alla Dora. Entrambe le associazioni valorizzano questi territori con “impegno e capacità nel coniugare la necessità di occupazione delle persone disabili alla pratica dell’agricoltura in montagna, priva di pesticidi, il tutto in un’ottica di agricoltura sociale”.

3. Lombardia, Veneto, Alto Adige, Trentino, Friuli Venezia Giulia a pari merito con 1 bandiera 

In Lombardia la bandiera verde è stata assegnata in Valtellina, a Castello dell’Acqua,

un comune affacciato sulle Prealpi Orobiche nella provincia di Sondrio per l’impegno nell’incentivare un turismo sostenibile in Valtellina con il mantenimento della rete sentieristica. Nulla di più sostenibile per un paesino considerato il giardino delle Orobie.

In Veneto il riconoscimento è andato alle aziende zootecniche della Lessinia che, per far fronte al calo dei prezzi nell’industria del latte destinato alla grande distribuzione, hanno intrapreso una strada diversa puntando sulla qualità dei prodotti.

Un territorio quello di Lessinia considerato un vero paradiso naturale, con una varietà di ambienti che vanno dalla pianura padana, dove si incontrano oliveti, vigneti, ciliegi, castagni, ai contorni alpini, dove il paesaggio diventa di pietra, rocce di origine sedimentaria e vulcanica, un enorme patrimonio geologico, preistorico ed etnografico. Qui lo sguardo inciampa sul Monte Baldo, il rilievo più occidentale delle Prealpi Venete. Conosciuto sin dal 1500 con l’appellativo di “Giardino botanico d’Europa”, d’estate è meta ideale per lunghe passeggiate in un ambiente di grande interesse geologico e naturalistico.

Premiato con la bandiera verde anche il comune di Malles in Val Venosta (Alto Adige), un comune a 1000 metri di altitudine, in una soleggiata posizione ai piedi della Landa di Malles.

La bandiera verde se l’è guadagnata per aver deciso di vietare l’uso dei pesticidi, fertilizzanti e prodotti chimici, su tutto il territorio comunale. Decisione coraggiosa in questo idilliaco paese di montagna dove si respira a pieni polmoni aria pura, immersi tra verde brillante, cime e, a pochi chilometri di distanza il Parco naturale dello Stelvio.

Premiato inoltre il Trentino e in particolare i comuni delle Giudicarie, i consorzi Bim Sarca e Bim Chiese, il parco dell’Adamello Brenta e la comunità delle Giudicarie per la loro battaglia porta e per opporsi alla ricalibrazione delle portate d’acqua Deflussi Minimi Vitali rilasciate da alcune derivazioni idroelettriche sui fiumi Sarca, Chiese e Palvico a seguito dell’accordo approvato tra PAT e HDE con DGP 1798 del 14/10/2016.

Infine in Friuli Venezia Giulia la bandiera verde è andata all’Azienda agricola Zore di Alessia Berra a Tapiana, un tesoro naturalistico a 478 m tra i primi rilievi delle Prealpi Giulie, nel bacino del torrente ed è distribuito tra il Monte Namlen e il Gran Monte.

La bandiera verde va all’azienda del territorio per aver incentivato e sviluppato un’economia sostenibile in un’area marginale della montagna friulana caratterizzata da un forte spopolamento.Il vasto comune di Taipana, pressoché incontaminato, offre molte località d’interesse naturalistico e paesaggistico, collegate da una fitta rete di sentieri naturalistici e sterrati perfettamente percorribili, costellate da salti d’acqua e da sorgenti e grotte, meta di escursioni e studio da parte di goelogi. Nel Comune sono inoltre presenti numerosissime specie di piante, come orchidee, rare sul territorio Italiano.

Bandiere Nere

Arriviamo ora al tasto dolente di questa sfida alla sostenibilità, ovvero le bandiere nere assegnate ai pirati della montagna, chi si è contraddistinto per le cattive pratiche legate alla tutela del territorio. I vessilli neri sono ben 9 e vanno a:

in Liguria al comune di Rocchetta Nervina, un piccolo borgo della provincia di Imperia con case in pietra affacciate sulle sponde del Nervina.

Qui il tempo sembra essersi fermato in un paesaggio da incanto, dove il tempo scorre tra le acque del torrente e vicino alla cascata da esso formata, dove ci si può tuffare. Eppure il riconoscimento che gli è stato assegnato non è certo dei più virtuosi. Il motivo è sempre il solito: la cementificazione. Il comune ha infatti in progetto a costruzione di un parcheggio di 1.055 mq su un’area agricola nel paese, zona tra l’altro destinata a “verde pubblico”.

in Piemonte a Rassa, un piccolo gioiello piemontese di appena una settantina di anime a 920 metri sul livello del mare, la cui amministrazione porta avanti una istanza di concessione di derivazione ad uso idroelettrico.

A farne le spese è il torrente Sorba, uno dei pochi dell’area alpina in condizioni di alta naturalità.

In Val D’Aosta due bandiere nere:

a Monterosa Spa, per il progetto di realizzazione di una pista da sci di discesa nel Vallone di Indren, luogo appezzato per la sua bellezza naturalistica.

al comune di La Thuile, che ha in progetto l’abbattimento dell’intero villaggio di minatori detto anche villaggio Padre Kolbe, in località Pera Carà, unica testimonianza di campo di prigionia fascista in Valle d’Aosta e punto di interesse per un percorso di turismo minerario.

In Lombardia, dove due bandiere nere sono state assegnate a Livigno, cittadina turistica molto ambita nella provincia di Sondrio, in Valtellina a 1800 metri di quota ai piedi delle alpi, famosa per le gli impianti sciistici e per i panorami mozzafiato ai piedi delle. Montagne.

A proposito di piste, qui che è stata approvata la costruzione di un impianto sciistico su un sito Natura 2000, la rete di tutte le aree naturali di particolare pregio che secondo una direttiva comunitaria fanno parte di una rete ecologica da tutelare.

L’altra bandiera nera è Sondrio, per aver consentito, con l’approvazione della proposta di aggiornamento del Piano Cave il 27/9/2016, l’ampliamento degli ambiti e l’estrazione di quantitativi abnormi dalle cave in Comune di Novate Mezzola, in Valchiavenna.

• Ci sono anche due regioni bollate con il vessillo nero dalla Carovana delle Alpi: Il Veneto e il Trentino.

Oltre alla provincia di Trento, ci sono i comuni di Falcade, Cencenighe, Canale d’Agordo, San Tommaso Agordino, Vallada Agordina e Moena. La loro colpa è quella di aver sfruttato il terreno di aree ad alta fragilità ambientale per organizzare una competizione di quad. Le zone in questione hanno un’alta esposizione ai rischi idrici, geologici ed idrogeologici.

• Infine, bandiera nera anche a un comune del Friuli-Venezia Giulia, con precisione Osoppo, per aver approvato una variante che consente l’asfaltatura dell’aviosuperficie con notevole impatto sull’unica colonia di grifoni dell’arco alpino nella riserva naturale regionale di Cornino.

“Il cambiamento climatico – ha spiegato Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente – condizionerà pesantemente importanti attività come il turismo, sia nell’organizzazione, sia nella tipologia. . La carta vincente per superare le difficoltà attuali è senza dubbio la diversificazione dell’offerta turistica estiva ed invernale orientandola alla qualità e alla sostenibilità. Su tutto l’arco alpino si cominciano a diffondere in maniera più sistematica diverse buone pratiche che mettono al centro questo tipo di turismo, superando quello di massa in voga fino a qualche anno fa. Un turismo che, inaspettatamente e diversamente dal precedente, tiene conto delle aree “dimenticate” e abbraccia quella domanda di un nuovo sviluppo e una nuova gestione di queste aree”.

Info: Legambiente

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