Pompei: scoperta la più grande epigrafe funeraria

 

È stata scoperta al Parco Archeologico di Pompei una nuova tomba monumentale appartenuta a un importante uomo pompeiano. La tomba in marmo presenta la più lunga epigrafe funeraria mai trovata: lunga 4 metri, descrive le tappe fondamentali della vita del defunto.

Il valore dell’epigrafe non si limita solo alla lunghezza: insieme al sepolcro, svela l’origine di una famoso bassorilievo conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli di cui finora non si era individuata la provenienza.

La tipologia del monumento e il contenuto dell’epigrafe avvalorano l’ipotesi che il monumento possa essere completato dal bassorilievo marmoreo, con scene di processione, combattimenti gladiatori e venationes, conservato proprio nel museo partenopeo dalla metà del XIX secolo.

Il sepolcro, molto probabilmente, apparteneva a Alleius Nigidius Maius, uno dei personaggi più in vista dell’età neroniana-flavia. Un  liberto, noto impresario di spettacoli gladiatori della città. Il personaggio è l’esponente principale della classe dirigente degli ultimi decenni di vita della città. Alleius Nigidius Maius si affermò grazie alla mobilità sociale di quegli anni e all’adozione da parte dell’importante famiglia degli Alleii.

L‘epigrafe presenta l’elogio del defunto, cosa che nel sito campano non ha precedenti, rivelando momenti fondamentali della sua esistenza: l’assunzione della toga virile e le nozze. Eventi celebrati con banchetti e grandiosi giochi con combattimenti tra gladiatori e bestie feroci. Pratica diffusa tra i possidenti per acquisire prestigio e promuovere la propria carriera politica. Non è un caso che, come l’iscrizione riporta, il defunto abbia poi rivestito la carica di duoviro, cioè di magistrato.

Grazie alla citazione di eventi topici della vita del defunto, si apprendono dati sulla storia pompeiana anche con riferimenti all’episodio narrato da Tacito, (Ann. XIV, 17), avvenuto a Pompei nel 59 d.C., quando durante uno spettacolo gladiatorio scoppiò nell’anfiteatro una rissa che degenerò in uno scontro armato.

L’evento richiamò l’attenzione dell’imperatore Nerone che da Roma incaricò il Senato di indagare sul fatto. A seguito delle indagini dei consoli ai pompeiani fu vietato di organizzare altre manifestazioni gladiatorie per 10 anni.

La scoperta è il frutto delle attività di scavo connesse alla ristrutturazione degli edifici demaniali previsti dal Grande Progetto Pompei, nell’area di San Paolino nei pressi di Porta Stabia, uno degli accessi all’antica città.

 

Fonte: Adnkronos

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