Venezia 74 si prepara per un’edizione super: tanti i film attesi e i mostri sacri

Si avvicina il festival cinematografico italiano più atteso dell’anno, tra film molto attesi, mostri sacri in arrivo, ricchezza di titoli e varietà di generi.

La Mostra del cinema di Venezia partirà il 30 agosto per poi terminare il 9 settembre, con  71 lungometraggi nella selezione ufficiale, 16 corti, 2 serie tv (entrambe Netflix: Suburra la serie in Cinema nel giardino e Wormwood fuori concorso-fiction), 18 film restaurati a Venezia Classici e 7 documentari sul cinema.

Un’edizione decisamene ricca, dove tutti i film (tranne uno) sono in anteprima mondiale e dove 15 su 21 opere provengono da autori in concorso per la prima volta al Leone d’oro.

“Una messe abbondante” – commenta il direttore del Festival Alberto Barbera – “per fare non una ma due festival con un senso che consiste non tanto nel fotoricordo di una stagione del cinema ma in una riflessione, testimonianza, sguardo verso l’orizzonte”.

Capitolo a parte il cinema italiano: 4 i titoli in concorso, diversi tra loro ma tutti uniti nel segno di una “svolta generazionale”, di una nascita di una “piccola novelle vague”.

“Hannah” di Andrea Pallaoro, “Una famiglia” di Sebastiano Riso, “Ammore e Malavita” dei Manetti Bros, “The Leisure Seek” di Paolo Virzì, i titoli.

“Non siamo alla ricerca di capolavori ma di quanto di nuovo c’è nel cinema italiano: tante promesse per il futuro”, spiega Barbera.

Il direttore Alberto Barbera della Biennale di Venezia durante conferenza stampa di presentazione della 74^ Mostra internazionale d’arte cinematografica, Roma 27 luglio 2017. Foto Ansa

Nel concorso, molti i film attesi, come “Suburbicon” di George Clooney con Matt Damon e Julianne Moore, “Mother!” di Darren Aronofsky con Jennifer Lawrence, l’infinito “Mektoub my love” di Kechiche, “The Shape of water” di Guillermo Del Toro, il documentario “Human Flow” del dissidente cinese Ai Weiwei, “La Villa” di Robert Guediguian, “First Reformed” di Paul Schrader con Ethan Hawke, “Ex Libris” di Fredercik Wiseman, oltre all’apertura con “Downsizing” di Alexander Payne già nei rumors pre Oscar.

Fuori concorso: la ‘chicca’ Michael Jackson con “Thriller” in 3d restaurato da John Landis, evento speciale; “Vittoria e Abdul” sulla passione senile della regina inglese raccontata con lo stile di Stephen Frears, “Loving Pablo” di Fernando Leon de Aranoa con Javier Bardem nei panni del boss Escobar, “Zama” l’ultimo film di Lucrecia Martel, “Brawl in cell block 99” di S. Craigh Zahler con Vince Vaughn (uno dei due film ‘disturbanti’ ultra violenti, “spettatori sensibili astenersi”, l’altro sul cannibale giapponese in Caniba ad Orizzonti).

Tra i temi forti e dominanti, c’è sicuramente quello delle migrazioni.

“Senza dubbio il fenomeno migratorio, un tema che si riverbera in tantissime opere, elaborato intensamente a dimostrazione che la forza del cinema è riuscire ad avere antenne sensibili sul contemporaneo”, risponde all’ANSA Barbera.

“E inoltre la famiglia, o meglio la crisi dell’istituzione famiglia attraverso cui si riflette una crisi più generale di valori”, tema su cui punta tra l’altro proprio Riso, uno degli italiani in gara.

E se c’è una cosa che sembra marcare ulteriormente l’identità di questa Venezia 74 è la presenza, accanto a molte star come Clooney, Damon, Lawrence, Jim Carrey, Sienna Miller, di mostri sacri che hanno fatto la storia del cinema: dai due Leoni d’oro alla carriera Robert Redford-Jane Fonda, una reunion al Lido che vale 1000 punti, a lady Judi Dench, Helen Mirren e Donald Sutherland i due protagonisti del primo film internazionale di Paolo Virzì e Michael Caine che accompagna “My Generation” di David Batty sulla swinging London.

 

Fonte: Ansa

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