Cattiva gestione, inquinamento, pesca illegale ed eccessiva, e cambiamento climatico: sono questi i quattro fattori negativi denunciati dai pescatori intervistati dal Wwf per trovare soluzioni riguardo il preoccupante stato della pesca nel Mediterraneo.
I pescatori sono stati intervistati dall’organizzazione ambientale insieme agli enti di ricerca coinvolti in due progetti finanziati dall’Unione Europea con l’obiettivo di risolvere il problema della sovra-pesca basata su strumenti di gestione dello spazio marino.
La maggioranza dei pescatori nel Mediterraneo Nord Occidentale e nello Stretto di Sicilia punta l’indice sulla pesca ricreativa che ostacola sempre di più quella professionale nell’occupazione dello spazio marino e nello sfruttamento di risorse. I due terzi dei pescatori denunciano anche problemi con il turismo subacqueo, soprattutto in Stretto di Sicilia e Adriatico, mentre il turismo da diporto è fonte di malcontento in Mediterraneo Nord-Occidentale.
Sulle aree marine protette, i pescatori concordano definendole “utili ma poco efficaci per moderare i conflitti tra i diversi utenti del mare e la pesca illegale, soprattutto per la carenza di sorveglianza“.
Oltre il 30% dei pescatori sostiene che la gestione delle attività deve garantire il reddito dei pescatori e proteggere gli stock ittici. Viene suggerito di applicare le norme esistenti prima di introdurre quelle nuove e adottare chiusure temporanee in base ai cicli vitali dei pesci.
Fonte: Ansa
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