Emergenza ambientale nel Mediterraneo per le specie esotiche. Legambiente: “manca una strategia che consenta di affrontare il problema”.
Legambiente da l’allarme: sono più di 800 le specie alloctone segnalate nel Mediterraneo, dai pesci tossici alle alghe infestanti. Un totale di circa 600 specie si sarebbero stabilite in modo permanente nel Mare Mediterraneo.
Si tratta di un fenomeno in forte crescita che causa impatti ecologici e crea seri problemi sia per l’economia che per la nostra salute. Le cause del problema non sono sconosciute affatto: riscaldamento globale, attività commerciali e trasporti marittimi.
Oggi le invasioni biologiche rappresentano un’emergenza ambientale reale. Sono una delle principali cause di perdita di biodiversità su scala mondiale. I processi di colonizzazione di nuove aree geografiche da parte di organismi animali e vegetali negli ultimi anni hanno subito una rapida accelerazione a causa delle attività umane.
In 2016, la Società Italiana di Biologia Marina ha segnalato 186 specie esotiche nelle acque italiane. Tra cui 55 vegetali e 131 animali (senza considerare gli orgasmi unicellulari).
Ad esempio, la recente comparsa sempre del granchio tropicale (originario delle coste atlantiche americane) nelle acque di Portofino a metà luglio.
I ricercatori di ISPRA stanno investigando riconoscendo il ruolo delle comunità locali e in particolare quello di pescatori artigianali e sportivi. L’obiettivo è capire come gestire il cambiamento delle risorse e per tutelare la biodiversità marina.
Da Ispra, Piero Genovesi ed Ernesto Azzurro dichiarano:
“Il Mar Mediterraneo è il bacino più colpito dalle invasioni biologiche nel mondo e per mitigare le conseguenze ecologiche e economiche del problema è essenziale intervenire sulle vie di arrivo di queste specie ma anche lavorare in stretto contatto con i cittadini, in particolare con le comunità che vivono nelle località di mare”.
La presidente di Legambiente Rossella Muroni dichiara:
“Purtroppo nonostante la consapevolezza sempre più diffusa del problema, manca ancora nel contesto italiano una strategia complessiva ed integrata che consenta di affrontare efficacemente il problema. Per questo è fondamentale portare avanti progetti di informazione e sensibilizzazione come il Life Asap o MPA Adapt in grado di fornire indicazioni utili a limitare la diffusione del fenomeno, mitigare i rischi e supportare piani di gestione condivisa”.
Info: www.legambiente.it
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