Tesori dei Moghul e dei Maharaja risplendono al Palazzo Ducale di Venezia

Venezia. Per la prima volta in Italia, è possibile ammirare l’estrema raffinatezza delle gemme e dei gioielli indiani, provenienti dalla preziosa collezione creata da Sua Altezza lo sceicco Hamad bin Abdullah Al Thani, membro della famiglia reale del Qatar.

La mostra Tesori dei Moghul e dei maharaja: la Collezione Al Thani rappresenta un incredibile viaggio nell’universo dell’oreficeria indiana, dal XVI secolo ai nostri giorni: dai discendenti di Gengis Khan e Tamerlano ai grandi maharaja che, nel XX secolo, commissionarono alle celebri maison europee gioielli d’inarrivabile bellezza e straordinaria modernità.

Oltre 270 gli oggetti esposti a Palazzo Ducale che raccontano di questa storia dell’arte orafa, legata, per origine o ispirazione, al subcontinente indiano.

Tra questi, gemme splendenti, pietre preziose e antichi e leggendari gioielli, tutti parte integrante dell’abbigliamento e dello stile di vita quotidiano.

In India, infatti, i gioielli sono ben più di un semplice ornamento. “Ogni gemma ha un suo significato particolare nell’ordine cosmico o le viene attribuito un carattere propiziatorio e addirittura, nella cultura popolare, riflettono il rango, la casta, la terra d’origine, lo stato civile o la ricchezza di chi li indossa”.

Da qui la scelta di utilizzare metalli e gemme preziose anche nell’arredamento degli ambienti di corte, nella confezione degli abiti cerimoniali, delle armi e del mobilio.

La mostra e le sezioni

Per meglio guidare il visitatore alla conoscenza di leggendari gioielli indiani e di diamanti carichi di storia, l’esposizione si suddivide in cinque sezioni.

La prima si apre con una panoramica di tesori dei Moghul: pietre preziose con inscrizioni reali.

Un vasto assortimento di gemme dinastiche, a partire da due diamanti universalmente noti: l’Idol’s Eye (Occhio dell’idolo), il più grande diamante blu tagliato del mondo e Arcot II, uno dei due diamanti donati alla regina Charlotte – moglie del re Giorgio III (1738-1820) – da Muhammad ‘Ali Wallajah, nawab di Arcot (1717-1795), provenienti entrambi dalle leggendarie miniere di Golconda.

Questi due pezzi unici sono esposti insieme a smeraldi e spinelli in parte incisi con i nomi e i titoli dei sovrani che li possedettero.

Esemplari in giada e cristallo di rocca, due materiali molto apprezzati alla corte Moghul, sono invece i protagonisti della seconda sezione.

Nella cultura islamica, la giada era considerata una pietra propiziatrice di vittoria e si credeva rivelasse la presenza del veleno e ne contrastasse gli effetti.

La Coppa per il vino dell’imperatore Jahangir, contenente un’iscrizione in versi in lingua persiana e la titolatura del monarca, è considerata la più antica giada Moghul datata. Il Pugnale di Shah Jahan (1620-1625), un capolavoro dell’arte di corte Moghul, riporta iscritti sulla lama i titoli dell’imperatore, mentre l’elsa in giada ha la forma della testa di un giovane.

La terza sezione presenta una selezione di manufatti realizzati secondo le tecniche della tradizione indiana, caratterizzati cioè da una raffinata decorazione a smalto policromo e dall’uso del kundan, una tecnica che consente di montare le gemme con l’oro senza il ricorso a griffe ma semplicemente avvolgendo il castone con lamine malleabili di oro puro che sviluppano un legame molecolare intorno alla pietra.

Tra i manufatti, spicca il set da scrittoio con portapenne e calamaio (Deccan o India settentrionale, 1575-1600), realizzato in oro massiccio tempestato di pietre preziose.

Altra meraviglia è l’ornamento del trono di Tipu Sultan, a forma di testa di tigre, realizzato in occasione della sua ascesa al potere.

Incentrata su ornamenti e simboli del potere, la quarta sezione propone un repertorio di manufatti straordinari che copre un arco cronologico dal XVII al XX secolo.

Per far luce sulle manifestazioni del potere nell’ambito della corte, sia sotto l’influenza Moghul sia della Compagnia delle Indie Orientali o dell’amministrazione britannica.

I visitatori potranno così apprezzare una splendida collezione di collier di diamanti e altri oggetti preziosi come la Spada del nizam di Hyderabad e il favoloso Baldacchino che faceva parte del Tappeto di perle di Baroda, commissionato dal maharaja Khanderao Gaekwad tra il 1865 e il 1870.

Nell’ultima parte della mostra – la quinta sezione – protagonista è invece l’Europa, con una selezione di gioielli realizzati da prestigiose maison occidentali su richiesta dei principi indiani, o ispirati all’oreficeria indiana.

Incanteranno i visitatori la piuma di pavone in smalto creata da Mellerio detto Meller (Parigi 1905) e acquistata dal maharaja Jagatjit Singh di Kapurthala, e il girocollo di rubini disegnato da Cartier per una delle mogli del maharaja Bhupinder di Patiala.

La sezione presenta anche altre due tra le più spettacolari realizzazioni di Cartier per il maharaja Digvijaysinhj: il meraviglioso Occhio della tigre, un diamante color oro montato a ornamento per turbante, e una splendida collana déco impreziosita dai rubini appartenenti alla collezione personale di Nawanagar.

A conclusione di questo viaggio, un omaggio all’arte orafa contemporanea attraverso la presentazione del laboratorio di Viren Bhagat, a Bombai, dove si coniugano i materiali e le tecniche moderne con le forme e i motivi decorativi dell’antichità.

Tesori dei Moghul e dei maharaja: la Collezione Al Thani è la storia di cinque secoli di design e di bellezza, racchiusi in una magica collezione.

Un’occasione per far luce anche sull’intreccio di relazioni tra la società e la cultura orientale con  e quella occidentale. Mai, come oggi, così importante.

 

Credits: promossa da Fondazione Musei Civici di Venezia. Curata da Amin Jaffer, conservatore capo della Collezione Al Thani e da Gian Carlo Calza, insigne studioso di arte dell’Estremo Oriente, con la direzione scientifica di Gabriella Belli.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo Skira e da un programma di seminari e visite guidate che consentiranno al pubblico di approfondire ulteriormente la conoscenza della cultura indiana e la storia e la valenza di questi antichi gioielli.

Informazioni tecniche:

Tesori dei Moghul e dei maharaja: la Collezione Al Thani

Palazzo Ducale, Venezia

Dal 09 Settembre 2017 al 03 Gennaio 2018

Biglietti: Musei di Piazza San Marco: Intero 20 € | Ridotto 13 € | Gratuito: Residenti e nati nel Comune di Venezia; Membri I.C.O.M.; Bambini da 0 a 5 anni; Portatori di handicap con accompagnatore; Guide turistiche abilitate e interpreti turistici che accompagnino gruppi o visitatori individuali, per ogni gruppo di almeno 15 persone 1 ingresso gratuito (solo con prenotazione); Docenti accompagnatori di gruppi scolastici, fino ad un massimo di 2 per gruppo e altre categorie secondo normativa

Contatti: tel 848 082 000 / e-mail info@fmcvenezia.it

Sito ufficiale: www.palazzoducale.visitmuve.it

 

Fonte: Ufficio Stampa Fondazione Musei Civici di Venezia

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