A Torino, lo sguardo di Mario Chianese sulla natura

A Torino arriva la personale di Mario Chianese, artista figurativo tra i maggiori del secondo Novecento per l’intensità e la freschezza dell’approccio alla natura, ma anche per la curiosità con cui si è confrontato con le ricerche dell’avanguardia.

La mostra dal titolo “Il tempo, la luce, la terra, la memoria” si terrà presso lo Spazio Don Chisciotte, da giovedì 21 settembre a sabato 21 ottobre 2017.

20 le opere esposte, tra olii e alcune incisioni, realizzate da Chianese tra il 1947 e il 2015, e tutte con la natura come tema dominante, la quale nella realtà come nella memoria, è stata elemento portante del suo fare pittura.

La Fondazione Bottari Lattes porta così a Torino il lavoro di un artista molto noto in Liguria, ma che da diversi anni non esponeva nel capoluogo piemontese, per proporre al grande pubblico una selezione rappresentativa della sua ricerca, capace di illustrare le motivazioni e le metodologie dell’autore.

In Chianese tra l’altro è fortissimo il legame con il Piemonte, regione in cui ha avuto le prime affermazioni esponendo, giovanissimo, alla Promotrice di Torino nel 1953 e nel 1960 (un quadro raffigurante colline, eseguito presso Mornese in provincia di Alessandria, ricorda questo periodo).

La maggior parte del suo lavoro, infatti, ha tratto ispirazione e si è svolto proprio nel territorio piemontese, a Gavi e dintorni.

“Una dedizione continua negli anni nel rispetto della legittimità lessicale della pittura e della sua storia” – spiega lo stesso artista – “ha prodotto un numero notevole di opere, dove la più piccola ha la stessa necessità espressiva di quelle di maggiore dimensione, la stessa unità di tono di voce dal 1947 a oggi. Solamente negli anni Settanta, nel raggiungere una sintesi formale di sospensione metafisica – già praticata nelle incisioni – dal piccolo bozzetto eseguito dal vero, elaboravo in studio dipinti di maggiore dimensione. Chiamavo queste opere Riflessioni di natura: quasi il culmine di un’esperienza dopo oltre vent’anni di lavoro. Tuttavia le pulsioni del vero erano troppo forti per continuare a relegarle in una ideologia che presuma un metodo, senza un rapporto continuo con il paesaggio.

Da qui il ritorno negli anni Ottanta a quella attenta, problematica dedizione che ha caratterizzato tutto il mio percorso. A volte per una totale adesione al vero, reperti di natura, pietre o fango essiccato vengono ravvicinati al dipinto a sottolineare l’origine di una scelta, un’emozione. Ogni quadro adesso, anche di notevole dimensione, cresce nelle differenti condizioni di luce, nell’asperità del terreno, nel vento, nel trovare soluzioni diverse sino ad arrivare a una serena quanto sofferta conclusione: “Il mondo muta anche troppo; la natura nei suoi cicli, come nelle sue fioriture ripetute, nelle cadenza astrali, è immutabile: l’uomo sovente la mortifica, vorrei fermare i suoi aspetti e la sua voce nella tentata sublimazione d’ogni suo momento”.

 

Credits: La mostra è realizzata dalla Fondazione Bottari Lattes, con il sostegno della Regione Piemonte e della Fondazione CRT.

Informazioni utili:

“Il tempo, la luce, la terra, la memoria”

Spazio Don Chisciotte, via della Rocca 37b, Torino

21 settembre – 21 ottobre 2017

Tel: 011.19771755-1 / e-mail: segreteria@spaziodonchisciotte.it

info: www.fondazionebottarilattes.it

 

Fonte: Ufficio Stampa: Paola Galletto 

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