Arcimboldo, enigma di ieri e di oggi.
Sono rare le esposizioni dedicate all’artista, evento d’eccezione la mostra romana a Palazzo Barberini, che per la prima volta unisce 20 capolavori.
Frutti, fiori, animali, elementi della vita comune sono il tratto distintivo dell’artista esponente d’eccellenza del manierismo internazionale.
Amato alla corte di Vienna e di Praga, Arcimboldo ottenne il titolo di Conte Palatino, fatto eccezionale per un artista.
Riscoperto negli anni Trenta, Arcimboldo è considerato l’antesignano del dadaismo e del surrealismo.
Tra le opere più significative della mostra
l’allegoria delle stagioni in dialogo con i quattro elementi Aria, Acqua, Fuoco e Terra esposta per la prima volta dopo 20 anni.
Artista, filosofo, scienziato, inventore, precursore del tema della natura morta che diventerà tema simbolico nella pittura del Seicento, Arcimboldo sembra divertirsi, ma forse dietro i suoi giochi si nascondono livelli di lettura enigmatici e ambigui.
Teste reversibili che ruotate di 180 gradi diventano altro rispetto a ciò che l’occhio sembra aver visto in prima istanza.
Teste composte, mostruose in lontananza che si trasformano in bellezza quando ci si avvicina e si osservano nel dettaglio.
Sostituire i tratti del volto con oggetti era una artificio letterario del Vecchio Testamento e della poesia antica, tecnica che divenne popolare nel 500.
Arcimboldo sembrerebbe richiamarsi a questa tecnica per mettere in dialogo il microcosno con il macrocosmo.
Ogni elemento, ogni gruppo di elementi è di fatto una singola opera se si osservano i particolari. Ogni singola opera inserita accanto all’ altra partecipa a formare un tutto che rappresenta altro da sè.
Arcimboldo
a cura di Sylvia Ferino-Pagden
Roma, Palazzo Barberini – via delle Quattro Fontane, 13
20 ottobre 2017 – 11 febbraio 2018
Orario: martedì-domenica 9.00-19.00
Biglietto: Intero 15 euro – Ridotto 13 euro – Gratis under 18
www.barberinicorsini.org
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