In una famiglia su cinque (20%) si prepara pasta semplice o ripiena fatta in casa anche grazie all’aiuto delle nuove tecnologie. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixe’ divulgata in occasione del World Pasta Day che si festeggia il 25 ottobre in tutto il mondo.
Si registra un ritorno al passato rispetto alle prime fasi dell’industrializzazione e urbanizzazione del Paese quando la conquista della modernità passava anche dall’acquisto della pasta piuttosto che dalla sua realizzazione in casa.
Una tendenza che viene confermata dal boom delle pubblicazioni dedicate, dalle chat su internet, dal successo delle trasmissioni televisive e dai corsi di cucina anche nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica.
Per gli italiani che un tempo lasciavano le campagne e i piccoli comuni e affluivano nelle grandi città lasciare le tradizionali abitudini culinarie rappresentava una straordinaria e simbolica conquista del nuovo benessere mentre oggi si assiste a una riscoperta della genuinità come valore.
Si cercano con attenzione la farine, magari utilizzando quelle degli antichi grani storici italiani, e quando non è possibile fare da soli si cerca comunque nello scaffale il prodotto che richiama alla genuinità e alla tradizione come dimostra la decisa svolta nazionalista della pasta con la nascita e la rapida proliferazione di marchi che garantiscono l’origine italiana del grano impiegato al 100%.
Gli italiani sono i maggiori consumatori mondiali di pasta con una media di 23,5 chili all’anno pro-capite ma l’Italia si conferma leader anche nella produzione industriale con 3,2 milioni di tonnellate, davanti a Usa, Turchia e Brasile.
Fonte: Coldiretti
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