La ribellione del ’68 in mostra alla galleria GNAM di Roma

E se vi siete detti non sta succedendo niente, le fabbriche riapriranno, arresteranno qualche studente. Convinti che fosse un gioco a cui avremmo giocato poco, provate pure a credevi assolti siete lo stesso coinvolti. (De Andrè, “Canzone del Maggio”)

Il ’68 con i suoi movimenti e fermenti artistici arriva alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, in vista del 50° anniversario.

Si chiama “È solo un inizio. 1968”, ed è la prima mostra dedicata a quella che è stata la stagione più tumultuosa e affascinante del nostro passato recente, che ha segnato la definitiva affermazione dei giovani sulla scena politica, sociale e culturale del nostro Paese.

Curata da Ester Coen, la mostra non vuole essere solamente uno slogan sull’insurrezione del Maggio francese, ma un invito a guardare a quei processi che si sono compiuti e al loro irreversibile impatto sulla nostra società.

L’arte, la democrazia, la vita. Niente è stato più uguale dopo di allora, nonostante niente, allo stesso tempo, fu mai una conquista sicura.

Del ’68, infatti, non ci restano la sua storia, le sue sconfitte, le sue vittorie, ma un monito che diventa elogio dell’incompiuto: “Ce n’est qu’un début”. Come richiama il titolo della mostra stessa.

Fu il preludio. Un inizio che ha volutamente scelto di ignorare gli esiti, tenendo sotto traccia la frase di Gilles Deleuze:“Lo abbiamo sempre saputo che sarebbe finita male”.

Le correnti artistiche, infatti, finiranno riordinate nella storia dell’arte. I movimenti politici nella storia degli sconfitti.

La mostra della Galleria Nazionale vuole così raccontare il cortocircuito tra arte, politica e creatività.

Non solo e non tanto perché lo spirito di rivolta del ’68 si estende anche al mondo dell’arte, ma perché l’arte ha un modo suo di creare quello stesso desiderio di inizio che col ’68 si trova a condividere: col minimalismo, il concettuale, l’arte povera, la land art, le numerose correnti che in quegli anni emergono fulminee e si propagano, pur nella diversità di metodi e progettualità. Insieme a un rinnovamento radicale del pensiero e delle arti della vita espresse con il design e la moda.

“È solo un inizio. 1968” non giudica i fini e non si esprime sull’adeguatezza dei mezzi, ma racconta “ciò che comincia” attraverso le opere di alcuni dei più importanti artisti di allora, quali Franco Angeli, Alighiero Boetti, Merce Cunningham, Luciano Fabro, Rose Finn-Kelcey, Dan Flavin, Michael Heizer, Yayoi Kusama e Sol LeWitt, solo per citarne alcuni.

Esposte anche alcune opere della collezione della Galleria Nazionale appartenenti a Gianfranco Baruchello, Daniel Buren, Mario Ceroli, Christo, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Eliseo Mattiacci, Pino Pascal e Andy Warhol.

Accompagna la mostra il Giornale-Catalogo “È solo un inizio. 1968” con il testo di Ester Coen e interventi, tra gli altri, di: Franco Berardi Bifo, Achille Bonito Oliva, Luciana Castellina, Germano Celant, Goffredo Fofi, Franco Piperno, Rossana Rossanda, Lea Vergine, a cura di Ilaria Bussoni e Nicolas Martino.

 

Credits: a cura di Ester Coen.

Informazioni tecniche:

“È solo un inizio. 1968”

Salone Centrale, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
viale delle Belle Arti, 131 – Roma

Dal 3 ottobre 2017 al 14 gennaio 2018

Orari: da martedì a domenica 8.30-19.30 (ultimo ingresso ore 18.45), lunedì chiuso

Biglietti: 10 € (intero), 5 € (ridotto)

Tel: +39 06 3229 8221

Sito: www.lagallerianazionale.com

 

Fonte: Ufficio Stampa GNAM

Potrebbe interessare:

“Dentro Caravaggio”, a Milano una mostra sul pittore dissidente inventore dello scatto istantaneo
A Londra, un ‘dialogo’ con De Chirico

 

Print Friendly, PDF & Email

copyright Riproduzione riservata.