La Roma nascosta e autarchica di Nanni Moretti

Roma. Tra gli incontri che si sono succeduti, nel corso dei dieci giorni della kermesse della Festa di Roma, il più intimo è stato sicuramente quello con Nanni Moretti, pronto a raccontarsi nella duplice veste di regista e spettatore.

L’incontro alla Festa del Cinema

Un ‘caro diario’ sincero e toccante, dedicato al pubblico presente nella sala dell’Auditorium. Dai ciak sbagliati di “Mia madre” con l’italiano sgrammaticato e a tratti incomprensibile di Turturro, al ricordo di quando ha deciso che avrebbe fatto il regista.

“Io mi ricordo nel settembre del ’72 un mio amico giornalista, avevo preso la maturità e finite le vacanze mi chiese ‘ora a che facoltà ti iscrivi?’. Io, arrossendo, dissi che non avrei fatto l’università. E arrossendo sempre di più, a lui che chiedeva dissi ‘vorrei fare del cinema’, e lui ‘ma da attore o regista?’, e io ‘tutte e due le cose’.”

Si ride però nel momento in cui Moretti racconta della sua esperienza come giurato sia per Venezia che per Cannes. 

“Come giurato non ho mai ricevuto nessuna pressione. E se non mi sbaglio mi sembra che noi giurati non eravamo influenzati da quel che leggevamo sui giornali né dall’accoglienza in sala con il pubblico. La giuria non devi mai cercare l’unanimità altrimenti si premia il film medio. Si discute tantissimo, a Cannes non ne potevano più Io insistevo con Kiarostami, siamo partiti uno contro nove siamo arrivati a cinque a cinque. Si discute e poi si vota”.

Tra le “chicche” relative al dietro le quinte del Festival di Cannes, Moretti riferisce di un Tim Burton estremamente allegro e vivace (addirittura si mette a recitare in giardino 007), negli istanti prima dell’assegnazione della Palma d’Oro. 

“Era simpatico, Tim, ma quel giorno non rise: aveva fatto incubi nella notte per via della votazione. Eravamo tutti tesi. Due ore di discussione sulla Palma, io mi battevo per Il sapore della ciliegia mentre Mike Leigh non lo amava, diceva ‘votiamo votiamò e io invece li ho sfiancati. Mira Sorvino, laureata in mandarino, era l’unica che parlava con Gong Li”.
 

Roma e Nanni Moretti

Tra Roma e Moretti vi è un legame profondo, più volte palesato nei suoi film.

Da “Ecce Bombo” a “Bianca”, dai giri in vespa di “Caro diario” ai palazzi apostolici ricostruiti di “Habemus papam” fino alle code al botteghino del Capranichetta dell’ultimo “Mia madre”.

Con la sola eccezione de “La stanza del figlio”, girato ad Ancona e di un capitolo di “Caro diario”, girato alle Eolie, tutti i film di Nanni Moretti sono stati ambientati  a Roma.

In ognuno di essi Roma non si presenta mai come una città maestosa e turistica bensì come uno spazio munito, vissuto ed intimo. E’ per intenderci, una Roma nascosta e ‘autarchica’ che “confonde” e disorienta lo spettatore nei suoi interstizi, nei suoi quartieri.

“Io sono un autarchico” (1976) ed “Ecce bombo” (1978)

Qui siamo a Prati, riconoscibile per le sue strade e piazzette. A Prati Moretti ritrova i suoi luoghi d’infanzia, la casa della sua famiglia e in cui è cresciuto.

“Bianca” (1984)

Trasferitosi a Monteverde, Nanni ha “spostato da quelle parti anche i suoi film”, a cominciare da “Bianca”, ambientato in parte nelle strade e nelle piazze del quartiere. Visibili nel film sono però anche Villa Borghese e l’ Aventino.

“La messa è finita” (1985)

Famosa è nel film la sequenza girata all’Arena Cinema Nuovo che qualche anno più tardi Moretti prenderà in gestione ribattezzando la struttura Cinema Nuovo Sacher.

“Caro diario” (1993)

Al pari di Gregory Peck in “Vacanze romane”, pure Moretti si è cimentato in un giro in vespa nella capitale.

Qui la gita si delinea lungo la Garbatella e il Villaggio Olimpico, il Tufello e Vigne Nuove, fino a Monteverde. La Roma ritratta è una città semideserta, perché è agosto. 

“La cosa che mi piace più di tutte è vedere le case, vedere i quartieri. E il quartiere che mi piace più di tutti è la Garbatella. E me ne vado in giro per i lotti popolari. Anche quando vado nelle altre città l’unica cosa che mi piace fare è guardare le case. Bello sarebbe un film fatto solo di case: panoramiche su case. Garbatella 1927, Villaggio Olimpico 1960, Tufello 1960, Vigne Nuove 1987, Monteverde 1939” dichiara il regista nel film.

 

Per approfondire: Di Paolo, Paolo – Biferali, Giorgio, “A Roma con Nanni Moretti”, Bompiani, Milano, 2016.

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