Niente più scalate sul monte Uluru da ottobre 2019

Uluru, il monte sacro degli aborigeni australiani non potrà più essere “scalata”a partire dall’ottobre 2019. Il provvedimento riconosce una volta per tutte il suo status di montagna sacra per le popolazioni native: secondo la loro cultura il sito non andrebbe assolutamente violato.

La pietra, che si staglia quasi 350 metri sopra al deserto e che ha una circonferenza di 9,4 chilometri, è il monolito più grande del pianeta, oltre che uno dei siti più riconoscibili dell?Australia.

Meta prediletta del parco nazionale Uluru-Kata Tjuta, capace di attirare ogni anno centinaia di migliaia di turisti è da decenni oggetto di controversia, con gli aborigeni a chiedere che non venga scalata.

Da anni, ai piedi di Uluru – che ha recuperato il nome originario, come accompagnamento di quello europeo, nel 1993, mentre solo dal 2002 il nome ufficiale della montagna è stato invertito in Uluru-Ayers Rock – è stato installato un cartello, dove è ben visibile una scritta che dice, più o meno: “Noi, i proprietari tradizionali Anangu, abbiamo da dirvi questo. Uluru è sacra nella nostra cultura, un luogo di grande cultura. Sotto la nostra legge tradizionale, scalarla non è permesso. Questa è la nostra casa. Per favore non salite“.

Il tutto negli anni è stato accompagnato da campagne che incoraggiavano i turisti esplicitamente a scegliere la camminata in piano attorno alla circonferenza del monolito, a scapito dell’arrampicata. 

Uluru e la sua area sono stati restituiti ai loro proprietari nativi nel 1985, anno in cui venne istituito il parco nazionale, di cui il governo federale australiano ha mantenuto la co-gestione per 99 anni.

Il consiglio di amministrazione si compone di 8 aborigeni e 4 ufficiali governativi. La dissuasione è cominciata oltre 20 anni fa, ed ha via via fatto declinare il numero di turisti che scalavano il monolito. Fino a quando, a numeri già scesi, il board del parco ha stabilito che la montagna sarebbe stata definitivamente bandita allorquando il numero degli arrampicatori fosse sceso sotto la soglia del 20 per cento del totale dei visitatori dell’area. 

Tra i motivi che hanno contribuito a dire basta, sicuramente la pericolosità dell’ascesa: la roccia è liscia, senza appigli, l’unico modo per tenersi è reggersi a una passerella di corda che arriva poco sopra al ginocchio.

Fonte: La Repubblica

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