Ristoranti: l’88% cerca online recensioni, l’87% deluso da anonimi

Prima di prenotare un tavolo per una cenetta romantica o un pranzo di lavoro quasi nove italiani su dieci (88%) consultano le recensioni online del ristorante.

Ma l’87,6% dice di aver avuto brutte sorprese. Soprattutto nei giudizi anonimi a pubblici esercizi o singole pietanze. Mentre l’82% di chi usa app per scegliere dove mangiare si fida molto di più di recensioni firmate con nome e cognome.

È quanto emerge da un sondaggio effettuato dalla nuova app SnapFood sulla propensione degli italiani a farsi suggerire i ristoranti dalle recensioni online. Nella maggior parte dei casi, gli utenti del web lamentano “una differenza apprezzabile tra la valutazione della recensione e la degustazione“.

Troppi giudizi fake, dunque, o quanto meno una valutazione qualità/prezzo che, conto alla mano, sembra non corrispondere all’esperienza reale. Secondo gli intervistati per decidere l’indirizzo giusto quel che conta davvero vede al primo posto la qualità del cibo, mentre, un po’ a sorpresa, la presentazione del piatto vince sull’ambiente del locale e sulla qualità del servizio.

Il sondaggio realizzato tra gli utenti di qualsiasi tipo di app sul cibo, sottolinea Alessio Ripanti, fondatore di SnapFood. “rivela la grande distanza che spesso si incontra tra la recensione e la realtà che finisce sotto i denti e nel palato. È inoltre interessante che la presentazione del piatto conti di più del locale e del servizio. Dalla nostra ricerca emerge anche che oltre il 78% degli intervistati ha l’abitudine di scattare e condividere foto del piatto e l’89% afferma che sarebbero utili recensioni fotografiche per ogni piatto del locale“.

SnapFood rispecchia quindi il trend della condivisione dell’esperienza sociale in ambito gastronomico: basta con le recensioni anonime dei ristoranti, bisogna concentrarsi sulla qualità del piatto e su recensioni veritiere”. La ricerca è stata condotta dal 25 ottobre al 16 novembre tramite un questionario online sulla piattaforma di raccolta dati. L’indagine è stata sponsorizzata su Facebook a un target di uomini e donne italiani, tra i 24-45 anni e ha ottenuto circa 500 risposte.

Fonte: ANSA

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