Roma, il degrado decennale di Palazzo Nardini

Roma, il centralissimo Palazzo del cardinal Stefano Nardini, primo governatore di Roma per incarico di Sisto IV, raro esempio di architettura fine ‘ 400, che ha dato il nome alla strada di Via del Governo Vecchio, da moltissimi anni mostra ad abitanti, passanti e turisti una facciata degradata dai mancati restauri, con l’intonaco intriso di acqua piovana sotto le caditoie tagliate a metà, col bel portale che si sfalda per smog e piogge acide, con le finestre aperte alle intemperie.

Da oltre dieci anni è di proprietà della Regione Lazio che, ai tempi della Giunta Marrazzo, ha investito oltre 6 milioni di euro nel rifacimento dei tetti ormai crollanti salvando così l’edificio storico.

In quel periodo si appassionò a Palazzo Nardini anche il soprintendente, architetto Roberto Di Paola, il quale vi scoprì un fascione di affreschi di scene conviviali di fine ‘400 e poi più nulla.

Sede fino al ‘ 700 del Governatorato abbandonato e recuperato come Pretura, divenuto poi storica Casa delle donne, da metà anni ’80 è abbandonato a se stesso, uno scandalo se si pensa che si trova a due passi da piazza Navona.

Si pensava che fosse del Comune e il sindaco Ugo Vetere fece approntare un interessante progetto all’architetto Paolo Marconi, grande esperto di restauro, per una sede aggiuntiva del vicino e saturo Archivio Capitolino. I successori non ne fecero nulla. Ma il progetto esiste.

Come scoperto da La Repubblica, il palazzo esteso su un’area di 6500 mq., figura fra i beni culturali di tutta Italia inclusi nell’elenco degli immobili già proposti per la vendita a privati dalla società “Invest In Italy” che si occupa di aste quale albergo di lusso, oppure per appartamenti per ricchi. L’asta per Palazzo Nardini verrà battuta in primavera.

 

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