Una scoperta pubblicata su Nature Communications – condotta da Teresa Ubide, dell’università australiana del Queensland, e Balz Kamber, del Trinity College di Dublino – indica i cristalli presenti nelle rocce dell’Etna come registratori naturali che forniscono informazioni utili sulle precedenti eruzioni.
I cristalli, secondo i ricercatori, conservano la memoria degli eventi che precedono un’eruzione e indicano che alcune eruzioni sono avvenute a due settimane dall’arrivo del magma a 10 chilometri di profondità.
Secondo lo studio le informazioni contenute nei cristalli potrebbero indicare nuovi segnali premonitori del risveglio di un vulcano.
I cristalli raccolti sul vulcano siciliano, che è il più attivo d’Europa, si formano quando il magma inizia a salire dalla profondità di 30 chilometri verso la superficie e cambiano composizione durante la risalita. La loro struttura interna è fatta di strati che registrano “i processi che avvengono prima dell’eruzione” – ha rilevato Teresa Ubide.
Fonte: Ansa
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