2018: 130 candeline per National Geographic

C’è un esploratore in ogni bambina o bambino, bisogna dare loro la possibilità di farlo, lasciandoli liberi di sperimentare (Gary Knell, presidente National Geographic Society)

La “National Geographic Society” compie 130 anni e rilancia finanziando nuove spedizioni. Lei, leggenda del giornalismo nonché bussola editoriale per quattro generazioni di americani guidati dalla curiosità e dalla passione per l’ambiente.

Era la sera del 13 gennaio 1888 quando un gruppo di scienziati e di intellettuali tra i più in vista di Washington si incontrò al Cosmos Club per dare vita a una società scientifica con la missione di promuovere la diffusione della cultura geografica.

Nove mesi più tardi andava in stampa il primo bollettino scientifico della società, una modesta brochure dalla copertina di terra cotta: era il primo numero di National Geographic.

Una rivista destinata a cambiare il modo di vedere il mondo: non può immaginandolo da cartografie e planetari ma ammirandolo attraverso fotografie sempre più immersive e, oggi, da webcam e smartphone.

“Ragazza afghana”, fotografata nel 1985 e ritrovata nel 2002 dal grande fotografo del National Geographic Steve McCurry.

Perché in questo secolo a cambiare nell’esplorazione sono stati i mezzi e il modo di comunicare. Specialmente oggi, nell’era delle immagini, dove tutto sembra già visto.

Gary Knell, presidente della national Geographic Society, spiega a “Repubblica” che “nonostante stiamo vivendo l’era umana con il più smisurato accesso alle informazioni, è più che mai importante riflettere su come le otteniamo e le scegliamo e come distinguiamo i fatti dalla finzione”.

Se  oggi l’esplorazione ha ampliato i suoi orizzonti, non è certo merito dei soli viaggi nello spazio. Sono state le esperienze di vita a fare la differenza.

Basta un nome, quello di Brain Skerry che ha catturato, per primo, il grande squalo bianco documentando il pericolo dell’estinzione di questa specie. 

Tanti i fotografi che nel corso degli anni hanno collaborato con la rivista, regalando scatti che sono poi diventati storici. Da Steve Mc Curry a Maria Stenzel, da James L. Stanfield a Randy Olson.

Roma, nell’edizione tedesca della rivista

In questo numero dell’edizione tedesca del National Geographic, vi è un supplemento speciale dedicato a Roma.

L’inserto, composto da 26 pagine a colori, è ricco di immagini e suggestioni, indirizzi utili, proposte culturali e per la visita.

Roma viene raccontata nei suoi molteplici aspetti. Accoglienza, qualità della vita, le esperienze uniche nei suoi musei, nei suoi parchi e nelle sue ville storiche.

Si parte dalla Roma antica, l’Urbe e le sue vestigia riscoperte anche grazie alle nuove tecnologie in 3D, per arrivare agli spazi museali, le mostre e i parchi, fino a Ostia antica i dintorni.

Un numero decisamente da non perdere per tutti gli appassionati.

 

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