Effetto Buran: grande freddo in Europa, ma non c’è da preoccuparsi

Il Buran è arrivato in Europa e con sé ha portato neve e tanto gelo. In Italia l’ondata di gelo ha colpito tutte le regioni portando la neve anche in luoghi in cui non si è abituati a vederla, come Roma e Napoli. 

Nel Vecchio Continenteinvece, le temperature hanno raggiunto alcune di decine di gradi sotto lo zero, in Russia si sono toccati i -40 gradi, e il bilancio complessivo dei morti per assideramento è di 55, la maggior parte persone senza fissa dimora.

 

Il Buran è un gelido tipico della zona ovest dei Monti Urali che normalmente raggiunge l’Asia, ma non in questa occasione anche se non c’è nulla di anomalo.

Già nel 1956 raggiunse l’Europa provocando nevicate abbondanti e poi nel gennaio del 1963, nel gennaio del 1979 e, ancora, nel mese di marzo del 1987 e nel dicembre del 1996; senza dimenticare febbraio 2012 e gennaio 2017, quando si verificarono copiose nevicate nel Sud Italia e in Grecia.

Non è un fenomeno frequente e non è legato al cambiamento climatico – spiega Maria Baldi, climatologa del Cnr a La Repubblica – è soltanto dovuto alla circolazione generale dell’atmosfera. In pratica ci viene a mancare uno scudo: solitamente il vortice polare permette alle perturbazioni dell’Atlantico di arrivare sul Mediterraneo, ma quando questo si rompe ed è debole le perturbazioni atlantiche si spostano a nord lasciando entrare le masse d’aria gelide provenienti da nord-est“.

Niente paura dunque, anche perché in Europa periodi di siccità misti ad alluvioni, maremoti, nevicate copiose e perturbazioni meteorologiche varie, sono già attestate in un importante manoscritto, il Chronica Majora, redatto dal monaco benedettino Matteo Paris intorno al 1234, che raccoglie, tra l’altro i resoconti annuali sui fenomeni meteorologici dal 1234 al 1258.

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