La Parigi di Nodier: tra vampiri e taratantaleone

Parigi. Nella parte estrema della capitale francese, alla fine del quai des Célestins, affacciato sulla riva del fiume, si trova un antico edificio, l’Arsenal, che un tempo ospitava una biblioteca gestita nel 1823 da Charles Nodier.

 

Nodier, fu un uno scrittore ed entomologo, nel suo salotto si radunarono grandi autori francesi, quali Théophile Gautier, Gèrard de Nerval e Victor Hugo che rappresentò qui per la prima volta, suscitando grandi polemiche, l’Hernani. L’autore francese era solito raccontare storie, oltre che scriverle, ma soprattutto era abile a rintracciarle nelle biblioteche dove si trovavano sepolti i volumi salvati dal rogo della Rivoluzione, che parlavano di vampiri, fantasmi e demoni.

Dicevamo scrittore, di storie gotiche, ma non solo; fu anche papà di una creatura fantastica, il taratantaleone: Nodier raccontò di averne visto uno, appena diciottenne, al microscopio. L’unico della sua specie il taratantaleone viveva in un pugno di sabbia ed era immortale. Poi, un giorno, una ventata portò via la sabbia e con essa il piccolo essere.

Ma Nodier scrisse anche storie di vampiri nel romanzo Lord Ruthwen e nel melodramma, Le Vampire, entrambi del 1820. Per quanto riguarda il romanzo ci sono non pochi dubbi sul fatto che si tratti di un’opera di Nodier, lui stesso lo negò in diverse occasioni. L’opera è un seguito non autorizzato del Vampiro di John Polidori, ma a bene vedere il vampirismo è qui utilizzato come pretesto per dare l’avvio a una narrazione picaresca, ambienta tra l’Italia e l’Europa dell’Est, piena di racconti nel racconto e di colpi di scena.

Tratto da “Guida alla Letteratura Gotica” di Fabio Camiletti edito da Odoya. Nell’offrire per la prima volta l’immagine di un gotico europeo, questa guida non intende solo orientare il lettore nei meandri di un genere letterario: tra illusioni e fantasmagorie, mummie egizie e ritornanti di Serbia, aprendo uno squarcio sul lato oscuro della modernità, sbirciando nel cono d’ombra che la luce rischiarante della Ragione finisce, inevitabilmente, per proiettare.

L’autore, Fabio Camilletti, è professore associato di Letteratura italiana all’Università di Warwick in Inghilterra. Specialista di letteratura gotica e romantica, si è formato tra Pisa, Oxford, Parigi e Birmingham.

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