Turismo culturale: una miniera d’oro per l’Italia


Il turismo culturale sarebbe “una miniera d’oro per l’Italia” secondo Mara Manente, direttrice del CISET – Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica dell’Università Ca’ Foscari Venezia.


Da solo, il comparto rappresenta il 56% dei pernottamenti e il 67% della spesa del turismo straniero leisure nel nostro Paese (elaborazioni su dati Banca d’Italia, 2016).

Basti dire che un turista culturale spende tra i 30 e i 40€ in più al giorno rispetto a un vacanziere del mare.

Nel complesso, è un turismo fondamentale per il Bel Paese, ma ancora poco conosciuto nei suoi diversi aspetti, se non per le manifestazioni “di massa” visibili nei centri urbani. Invece, si tratta di una tipologia molto differenziata al suo interno e in una fase di grande evoluzione, in particolare in questi anni.

Dati, forme e tendenze del turismo culturale sono stati presentati al convegno “Fare turismo culturale: innovazione e best practice per gli operatori” che ha fatto il tutto esaurito a tourismA – Salone Archeologia e Turismo Culturale, l’evento fieristico-congressuale più importante a livello europeo dedicato alla comunicazione delle grandi scoperte archeologiche e alla promozione del patrimonio e del turismo culturale, da poco conclusosi a Firenze.                           

Durante il convegno, organizzato da Travelmark in collaborazione con CISET, la direttrice del centro studi, Mara Manente, e le ricercatrici senior Federica Montaguti e Sabrina Meneghello hanno presentato dati di spesa, trend e comportamento dei visitatori nell’ambito del turismo culturale. È emerso che la componente culturale ha un peso significativo  nell’economia del nostro Paese: nel quinquennio 2011-2016 gli arrivi sono aumentati del 13,4%, e le presenze dell’11,6% sul totale del turismo in Italia.

Le dinamiche dei flussi sono positive anche per il 2017 con +5,5% di arrivi e +7% di presenze nelle città di interesse storico-artistico. Ma l’impatto del turismo culturale sarebbe ancora maggiore se consideriamo che i beni culturali statali hanno visto una crescita degli introiti pari al +53% dal 2013 e la buona capacità di spesa di questo tipo di turisti (tra i 110 e i 133 euro al giorno).

Sono molteplici le forme di turismo culturale emerse durante il convegno. Ad esempio, è cresciuto rapidamente un tipo di turismo che CISET ha definito “turismo del paesaggio culturale”, di cui poco si sapeva in Italia fino a qualche anno fa e che ha caratteristiche molto diverse dal classico sightseeing nelle città d’arte.

Si svolge in aree non urbane, con soggiorni lunghi e si appoggia su un concetto più ampio di cultura, che include paesaggi, produzioni tipiche, artigianato, ecc. oltre a monumenti e musei. Questo segmento rappresenta ora il 7% dei soggiorni e l’8% della spesa turistica per vacanza, ma le sue caratteristiche ed esigenze sono poco note, con il risultato che da anni molti stanno tentando di “catturarlo” senza successo.

 

Fonte: Ufficio Stampa Travelmarket

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