Noci, pistacchi e mandorle sono i frutti secchi più amati


Sulle tavole degli italiani volano i consumi di frutta a guscio, dalle noci alle mandorle fino al nocciole, con un aumento del 10% degli acquisti nell’ultimo anno per un mercato che ha superato la storica soglia del miliardo di euro nel 2017.


E’ quanto emerge da un’elaborazione di Coldiretti su dati Ismea che evidenziano la svolta nel carrello per questi prodotti dall’alto valore nutrizionale e salutistico.

I consumi degli italiani – sottolinea la Coldiretti sono praticamente raddoppiati negli ultimi dieci anni ed hanno raggiunto i 3 chilogrammi all’anno per persona.

La frutta in guscio infatti considerata in passato nemica della linea per l’apporto calorico è stata infatti rivalutata come preziosa alleata della salute ed i consumi sono dunque esplosi.

Le noci e le nocciole ad esempio, – spiega la Coldiretti – sono ricche di antiossidanti, acidi grassi che fanno bene al colesterolo, sali minerali e vitamina E, le mandorle sono utili per mantenere forti e sani la pelle, i capelli e le unghie e per rafforzare il sistema immunitario, i pistacchi contengono molte fibre, sali minerali ferro e vitamine (gruppo A e gruppo B), mentre pinoli sono una fonte di zinco, potassio e vitamina B12.

Dei veri e propri superfood per il benessere psicofisico da acquistare in guscio, già sgusciate o sotto forma di trasformati come barrette, mueslì e snack per una riserva di energia utile per il ritorno dell’attività fisica all’aria aperta con la primavera.

In Italia – continua la Coldiretti – si raccolgono circa 300 mila tonnellate di frutta in guscio all’anno. Gli arrivi di frutta in guscio dall’estero hanno superato nel 2017 i 900 milioni di euro secondo una stima della Coldiretti.

I pistacchi provenienti dall’Iran, i pistacchi e nocciole provenienti dalla Turchia, le arachidi dalla Cina e quelle dagli Stati Uniti contaminate da aflatossine cancerogene, sono nella “black list” dei prodotti alimentari più pericolosi per la salute, sulla base dell’analisi della Coldiretti dell’ultimo rapporto Sistema di allerta rapido europeo (RASFF), che registra gli allarmi per rischi alimentari verificati a causa di residui chimici, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti nell’Unione Europea. 
   

Fonte: Coldiretti

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