Arrivano gli hamburger dall’etichetta green


Dal Montana arriva il primo hamburger italiano dall’etichetta green, pronto a far scollare di dosso alla filiera della carne l’accusa di essere una produzione poco sostenibile a causa dell’alto consumo di acqua, finora stimato in 15.400 litri per chilogrammo.


Stando agli ultimi calcoli del marchio della Inalca Spa del Gruppo Cremonini, il consumo diretto di acqua per produrre un hamburger Montana di un etto ammonta a 72,8 litri, equivalenti a 728 per kg, circa la metà da quanto stimato sei anni fa.

L’hamburger Montana si configura insomma come un prodotto sostenibile, se si pensa che il consumo medio giornaliero di sola acqua potabile a uso domestico in Italia è di 180 litri a persona (secondo dati Enea).

Anche le emissioni di Co2 sono particolarmente contenute, in quanto pari a 1 Kg di Co2 equivalenti, inferiore del 50% rispetto ai valori comunemente indicati per la carne bovina.

In particolare lo studio Epd ha evidenziato i vari pesi dell’impronta carbonica che deriva per il 76% da allevamento, il 16% da macellazione e lavorazione, 7% dalla conservazione domestica e uso, mentre il restante 1% è il peso ambientale degli imballaggi. 

Montana, in una conferenza stampa, ha annunciato che il 99,9% degli imballaggi generati dal processo di produzione è avviato al riciclo configurando un esempio di economia circolare pressoché a spreco zero.

Fermo restando che il numero di consumatori onnivori rappresenta una grande maggioranza (95%) ”diamo oggi un contributo importante” – ha dichiarato Giovanni Sorlini, responsabile Qualità di Inalca – “nel dibattito nazionale sul rapporto carne- ambiente che consente di valutare i reali impatti della filiera, senza dipendere da studi scientifici appartenenti a sistemi produttivi molto diversi dai nostri”.

 

Fonte: Ansa

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