A Gubbio una mostra diffusa celebra l’arte al tempo di Giotto

«Oh!», diss’io lui, «non se’ tu Oderisi,
l’onor d’Agobbio e l’onor di quell’arte
ch’alluminar chiamata è in Parisi?». 
«Frate», diss’elli, «più ridon le carte
che pennelleggia Franco Bolognese;
l’onore è tutto or suo, e mio in parte.

Dante Alighieri, Purgatorio, XI, vv. 79-84

Gubbio è uno di quei luoghi in Italia in cui il tempo sembra essersi fermato al Medioevo, le chiese e i palazzi in pietra che caratterizzano il centro storico si stagliano maestosi, spiccando contro il verde brillante dell’Appenino. Gubbio è ancora la città celebrata da Dante nel Purgatorio, dopo l’incontro con il suo illustre cittadino Oderisi da Gubbio. Al rapporto tra Giotto e il celebre miniatore  eugubino, Palazzo dei Consoli di Gubbio, Museo Diocesano e Palazzo Ducale dedicano dal 7 luglio al 4 novembre la mostra itinerante “Gubbio al tempo di Giotto. Tesori d’arte nella terra di Oderisi Gubbio”.

Attraverso oltre 80 opere – tra cui sculture, dipinti su tavola e manoscritti miniati – si ricostruisce l’operato di grandi artisti eugubini come Guido di Oderisi, alias Maestro delle Croci francescane, Il Maestro della Croce di Gubbio, il Maestro Espressionista di Santa Chiara ovvero Palmerino di Guido, “Guiduccio Palmerucci”, Mello da Gubbio e il Maestro di Figline.

Guido di Pietro da Gubbio, padre di Oderisi, fu uno dei protagonisti della “Maniera Greca”, di cui massimi esponenti furono Giunta Pisano a Cimabue. Palmerino fu compagno di Giotto nel 1309 ad Assisi, con il quale dipinse le pareti di due cappelle di San Francesco, tornato a Gubbio affrescò la chiesa dei frati Minori e altri edifici della città, mentre Mello da Gubbio autografò una Madonna dal grande volto, molto simile alle Madonne di Ambrogio Lorenzetti nella città di Siena. Il Maestro di Figline, che dipinse le vetrate per il San Francesco ad Assisi e il grande Crocifisso nella chiesa di Santa Croce a Firenze, lasciò a Gubbio uno straordinario polittico nella chiesa di San Francesco, in esposizione grazie agli odierni proprietari che ne hanno concesso per la prima volta il prestito.

Dai documenti e dall’aspetto delle Madonne e dei Crocifissi appesi alle pareti dei musei, si evince chiaramente l’appartenenza alla comunità eugubina dei pittori che affiancarono Giunta Pisano e che poi lavorarono accanto a Giotto e infine a Pietro Lorenzetti, per rivestire attraverso immagini policrome delle Storie di San Francesco, ritenuti il primo capolavoro dell’arte moderna, situato nella chiesa eretta sopra la tomba del santo di Assisi.

Tornati in patria, questi artisti, dopo esser venuti a contatto con il nuovo linguaggio espressivo ideato da di Giotto e da Pietro Lorenzetti per un pubblico di papi e cardinali, idearono a loro volta uno stile popolare, dal piglio raffinato, che potesse essere compreso da un pubblico di fabbri e di maestri di pietra. 

La mostra “Gubbio al tempo di Giotto. Tesori d’arte nella terra di Oderisi” è allestita in tre sedi diverse perché ci sono opere inamovibili, ma anche per celebrare la straordinaria bellezza di alcuni luoghi di Gubbio: il Palazzo dei Consoli situato su una favolosa terrazza che lo fa somigliare a quelle città che i santi portano in cielo nei polittici degli altari; il Museo Diocesano che sorge accanto alla chiesa cattedrale e infine il Palazzo Ducale, che nacque come sede del Comune e finì per essere la residenza di Federico da Montefeltro, signore di Urbino.

 

Guido di Pietro, Assisi, ms. 2626

La mostra “Gubbio al tempo di Giotto. Tesori d’arte nella terra di Oderisi”, vuole ricostruire l’immagine della piccola e vivace città umbra che tra la fine del Duecento e i primi decenni del Trecento,  con le sue botteghe artigianali e il nuovo linguaggio artistico qui sviluppato, riuscì a esercitare un grande potere culturale all’interno del panorama italiano, come testimoniano i dipinti restaurati per l’occasione e  e le opere di artisti eugubini provenienti da altre regioni italiane. Ma è anche racconto di un periodo storico di sviluppo artistico e civile, segnato dalla nascita di una società nuova, più dinamica e attiva, lontana dall’immobilismo dei secoli precedenti.

L’organizzazione della mostra è a cura di Civita Mostre in collaborazione con Gubbio Cultura e Multiservizi e Associazione Culturale La Medusa. Partner dell’iniziativa è il Festival del Medioevo, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e con l’importante contributo della BCC Umbria.

Si può accedere alla mostra con un biglietto unico che consente di visitare le tre sezioni espositive ma anche le tre sedi museali nel loro insieme, il Palazzo dei Consoli, il Museo Diocesano e il Palazzo Ducale, creando così uno straordinario circuito cittadino che raccoglie le opere presenti nel territorio e quelle che da tempo sono disperse, ricostruendo le vicende storiche e il patrimonio artistico di Gubbio nell’età comunale.

Credits

A cura di Giordana Benazzi, Elvio Lunghi ed Enrica Neri Lusanna, la mostra è promossa dal Comune di Gubbio, dal Polo Museale dell’Umbria, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, dalla Chiesa Eugubina e dalla Regione Umbria.

Informazioni:

Gubbio al tempo di Giotto. Tesori d’arte nella terra di Oderisi

Gubbio, Palazzo dei Consoli, Museo Diocesano, Palazzo Ducale

7 luglio – 4 novembre

Orari                                                            

Dal lunedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 19.00
(le biglietterie chiudono alle ore 18.00)

Aperta il 15 agosto e il 1 novembre 2018

Biglietto                                                      

Intero 12,00 €

Ridotto 10,00 € per gruppi (min. 15 persone), residenti, titolari di apposite convenzioni

Ridotto speciale 6,00 € scuole e ragazzi da 7 a 25 anni

Fonte: Civita

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