Australia, barriera corallina verso il collasso


L’avanzare del cambiamento climatico globale sta spingendo verso il “collasso” la Grande Barriera Corallina, massima attrazione naturale dell’Australia, che si estende al largo della costa nord-est del continente in un’area grande quanto l’Italia.


Lo indica un rapporto commissionato dal governo federale e da quello statale del Queensland, il “nuovo” piano ‘Reef 2050’ di miglioramento della qualità dell’acqua, che delinea misure di protezione della perla del Patrimonio Mondiale Unesco.

Il documento riconosce esplicitamente come il riscaldamento globale ponga una minaccia letale alla barriera e sottolinea la necessità di mantenere il riscaldamento a un aumento di 1,5 gradi, meno ancora dei 2 gradi legati ai livelli di emissioni, a cui l’Australia si è impegnata negli accordi di Parigi.

Osservazioni che si distaccano nettamente da precedenti sforzi ufficiali di sminuire i danni inferti alla barriera, per paura di danneggiare l’industria turistica.

“Uno sforzo internazionale concertato per limitare gli effetti del cambiamento climatico globale è essenziale per dare la migliore protezione ai banchi corallini. Autorevoli esperti sui coralli hanno documentato, in riviste scientifiche valutate tra pari, che la maggior parte delle barriere coralline del mondo non sopravvivrà, a meno che l’aumento globale di temperatura sia limitato a 1,5 gradi Celsius sopra i livelli preindustriali”, dichiara il rapporto.

In base alle proiezioni correnti, le prospettive per i banchi corallini in generale sono “di continuo declino nel tempo e in molte regioni, fra cui la Grande Barriera Corallina, di collasso e di perdita di ecosistemi corallini”, dichiara il documento.

“Le proiezioni indicano che gli episodi di sbiancamento dei coralli aumenteranno di frequenza… tra i banchi corallini che sopravvivranno la biodiversità sarà più povera che in passato”.

Secondo WWF Australia gli sforzi di riduzione delle emissioni da parte dell’Australia non sono nemmeno in linea con il promesso limite di 2 gradi al riscaldamento.

 

Fonte: Ansa

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