Quando Giacometti, Picasso e gli altri scoprirono l’arte etnica: a Roma una mostra sul primitivismo


A Roma maestri del ‘900 e primitivi nella mostra, visitabile fino a gennaio, “Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri. Il primitivismo e la scultura del Novecento”.


Il misterioso guardiano della pioggia, scultura della fine del 1800 in legno, mastice e conchiglie di un anonimo maestro di un villaggio della Nuova Irlanda,in Melanesia.

Accanto a lui, l’oggetto invisibile (mani che tengono il vuoto), scura figura enigmatica in bronzo scolpita da Alberto Giacometti nel 1934. Un lungo arco di tempo separa queste due opere eppure, a guardarle affiancate, sembrano provenire dallo stesso mondo di forme e linguaggi, si fatica a pensare che arrivino da epoche e culture tanto distanti.

Mira a suscitare questa “confusione” la mostra di grande fascino allestita fino al 20 gennaio nelle Terme di Diocleziano, a Roma, “Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri. Il primitivismo e la scultura del Novecento”.

Nelle aule monumentali del grande centro benessere della Roma antica 80 opere raccontano l’ “incontro fatale” a partire dal 1900 tra i grandi nomi dell’arte occidentale e i capolavori del mondo etnico, realizzati tra il 1400 e il 1800.

 

Fonte: Ansa

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