Il ’68 rivive a Roma nelle forme di un cinema politico


A cinquant’anni dal 1968, Roma si appresta a ricordare quel cruciale periodo storico con una grande iniziativa cinematografica che vuole sviscerarne i contenuti, nella dimensione contestualmente annessa al valore del documento audiovisivo.


Dal 3 al 13 novembre a Roma la Fondazione AAMOD e la Fondazione GRAMSCI presenteranno IL SESSANTOTTO, seconda puntata de Il PROGETTO E LE FORME DI UN CINEMA POLITICO che l’anno scorso fu dedicata ai cento anni dalla rivoluzione russa, e che per questa edizione prevede una giornata di studi e testimonianze (rispettivamente alla Galleria Nazionale il 5 novembre e all’Università degli Studi Roma Tre il 12 e 13 novembre), oltre ad una corposa rassegna cinematografica (in programma per tutto il periodo tra Casa del Cinema e Cinema Trevi) che sarà introdotta da  studiosi, registi e testimoni.

Il ’68 fu decisamente un fenomeno mondiale – qualcuno lo paragonò al 1848 – che toccò tutti i continenti, sia pure in forme diverse. In Italia la rivolta degli studenti fece da detonatore ad altri movimenti sociali vecchi e nuovi, a partire da quelli operai e degli studenti medi, aprendo una stagione di mobilitazione durata un decennio.

In questo quadro, uno degli aspetti che merita ancora di essere compreso appieno è senza dubbio lo straordinario uso delle immagini che fecero all’epoca i protagonisti di quel movimento o che scaturì da quel momento fondativo così fecondo e carico di promesse.

In altre parole, il 68, che portò a un radicale ripensamento e in alcuni casi a una trasformazione dei rapporti sociali e dei valori culturali correnti in diversi ambiti della vita collettiva, lasciò un segno profondo anche nel cinema, nelle arti e più in generale nel modo di concepire e usare, a tutti i livelli, le immagini: non è un caso che la contestazione investì i luoghi classici della cultura e i modi della sua fruizione e vide protagonisti tantissimi artisti del teatro, del cinema, della musica delle arti visive.

Quello che il gruppo di lavoro (Dario Cecchi, Marco Maria Gazzano, Antonio Medici, Domenico Monetti, Pietro Montani, Claudio Olivieri, Paola Scarnati, Giovanni Spagnoletti ed Ermanno Taviani) si propone  di fare è di avviare un’indagine di ampio respiro, attraverso una rinnovata visione dei documenti e una discussione scientifica appropriata. 

Si tratta, da una parte, di riproporre l’ampio materiale audiovisivo sui e dei movimenti che si produsse negli anni attorno al ‘68; dall’altra, di ripensare la portata del ‘68 nel rinnovare gli stili e i linguaggi del cinema, sia di fiction sia documentario, sostenendo lo slancio creativo e il rinnovato bisogno di sperimentare formati d’immagine e formule narrative del tutto inedite.  

È una stagione che merita oggi di essere “rivisitata” alla luce degli sviluppi successivi, nel cinema e non solo, ed il cui dirimente passaggio politico e culturale verrà inquadrato alla luce del recente, e ricco, dibattito storiografico su questi temi. 

Credits: IL SESSANTOTTO è un’iniziativa realizzata in collaborazione con: Casa del Cinema, Centro Sperimentale di Cinematografia, Cineteca Nazionale, La Galleria nazionale d’Arte Moderna, e Contemporanea, Sapienza Università di Roma, Università di Roma Tor Vergata e Università Roma Tre.

Ulteriori informazioni al sito: www.aamod.it

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