L’arte di Antonello Da Messina in mostra a Milano

I ritratti di Antonello «somigliano»; sono l’idea stessa, l’archè, della somiglianza.

Leonardo Sciascia

Milano rende omaggio a uno dei più grandi maestri del Quattrocento italiano, Antonello da Messina con una  mostra visitabile dal 21 febbraio fino al 2 giugno, frutto della collaborazione fra Comune di Milano|Cultura e Regione Siciliana, è prodotta da Palazzo Reale e MondoMostre Skira ed è curata da Giovanni Carlo Federico Villa.

Antonello da Messina, al secolo Antonio di Giovanni de Antonio, è considerato il più grande ritrattista del Quattrocento, il primo ad aver creato un connubio tra aspetti cari alla pittura fiamminga e altri cardine della Scuola italiana. Resa della luce e attenzione del dettaglio si fondono, nei suoi celebri ritratti, alla spazialità razionale, esprimendo un particolare vitalismo e profondità psicologica.

La mostra milanese presenta al pubblico 19 opere del grande Maestro, delle 35 del suo corpus artistico: dall’”Annunciata” (1475 circa), autentica icona, sintesi dell’arte di Antonello, uno dei più alti capolavori del Quattrocento italiano; le eleganti figure di “Sant’Agostino” (1472-1473), “San Girolamo” (1472-1473) e “San Gregorio Magno”(1470-1475), forse appartenenti al “Polittico dei Dottori della Chiesa”, tutti provenienti da Palazzo Abatellis di Palermo; ma anche il celeberrimo “Ritratto d’uomo” (1465-1476) dall’enigmatico sorriso, proveniente dalla Fondazione Culturale Mandralisca di Cefalù, oggetto di vari restauri e conosciuto nella tradizione locale come “Ignoto marinaio”.

Jacobello di Antonello da Messina – Madonna con il Bambino, 1480

Esposti vari capolavori provenienti dall’estero come il “San Girolamo nello studio” (1474-1475) proveniente dalla National Gallery di Londra, in cui si fondono ispirazioni classiche a dettagli fiamminghi; dal Museo nazionale Brukenthal di Sibiu in Romania la“Crocifissione” (1460 circa) e ancora il “Ritratto di giovane” (1474) dal Philadelphia Museum of Art, la “Madonna col Bambino” (1475 circa) dalla National Gallery di Washington e, infine, il “Ritratto di giovane uomo” (1478) dal Museo statale di Berlino.

In prestito dagli Uffizi il Trittico che comprende: la “Madonna con Bambino”, il “San Giovanni Battista” e il “San Benedetto”; dalla Pinacoteca Malaspina di Pavia giunge il ritratto di giovane gentiluomo (“Ritratto d’uomo” 1468-1470, a lungo considerato il vero volto dell’artista), che venne trafugato nella notte fra il 10 e l’11 maggio 1970 e poi recuperato sette anni dopo dal nucleo di Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri; dal Collegio degli Alberoni di Piacenza, invece, il celebre “Ecce Homo” (“Cristo alla colonna”) (1473-76). E ancora il “Ritratto d’uomo” (Michele Vianello?) (1475-1476) dalla Galleria Borghese di Roma, il poetico “Cristo in pietà sorretto da tre angeli” (1474-1476 circa) dal Museo Correr di Venezia, “Ritratto d’uomo” (anche detto “Ritratto Trivulzio” – 1476) dal Museo Civico d’Arte Antica, Palazzo Madama di Torino.

Conclude il percorso espositivo la “Madonna con il Bambino” (1480), proveniente dall’Accademia Carrara di Bergamo, opera del figlio Jacobello di Antonello eseguita l’anno seguente la morte del padre.

Oltre alla sezione della mostra che ricostruisce le vicende della Pala di San Cassiano, testo fondamentale per la storia dell’arte italiana, in mostra anche la tela di Roberto Venturi “Giovanni Bellini apprende i segreti della pittura a olio spiando Antonello” (1870) proveniente dalla Pinacoteca di Brera: la tela, conservata al Tribunale di Milano, è stata restaurata in occasione di questa esposizione.

A guidare i visitatori gli appunti e i disegni del celebre storico dell’arte Giovan Battista Cavalcaselle (1810-1897). Grazie alla collaborazione con la Biblioteca Marciana di Venezia, sono  esposti in mostra 19 disegni – 7 taccuini e 12 fogli, dei quali alcuni su doppia pagina – attraverso i quali è possibile seguire la ricostruzione del primo catalogo di Antonello.

Spazio poi al rapporto dell’artista con la sua città natale e alle poche tracce rimaste della sua vita, a causa dei numerosi tragici eventi naturali, in particolare i terremoti, che ne hanno causato in gran parte la sparizione e distruzione.

Mentre a Milano nei prossimi mesi sarà possibile ammirare i capolavori di Antonello da Messina, a Palermo sarà possibile ripercorrere le tappe fondamentali della ritrattistica italiana del XX secolo, grazie a una piccola ma preziosa mostra progettata dal Museo del Novecento di Milano in collaborazione con Palazzo Abatellis.

Il Museo del Novecento ha ideato, partendo dal celeberrimo busto di Eleonora d’Aragona realizzato da Francesco Laurana, uno dei capolavori simbolo della Galleria Regionale di Palazzo Abatellis di Palermo, un’esposizione dal titolo “Il ritratto italiano del XX secolo dalle raccolte civiche”, che instaura un dialogo ideale tra la scultura realizzata nel Quattrocento e un nucleo di ritratti di alcuni dei più importanti maestri del Novecento, provenienti dalle raccolte civiche milanesi. Le date della mostra “Il ritratto italiano del XX secolo dalle raccolte civiche” e il progetto scientifico completo sono in fase di definizione e verranno presentati prossimamente.

Informazioni: 

Antonello Da Messina

Milano, Palazzo Reale

21 febbraio – 2 giugno

Orari:
Lunedì: 14:30 – 19:30 (9.00 – 14.30 solo scuole)
Martedì – Mercoledì – Venerdì: 09:00 – 19:30
Giovedì e Sabato: 09:30 – 22:30
Domenica: 09:00 – 19:30

Biglietti:

Intero: € 14
Ridotto: € 12

Sito: http://www.mostraantonello.it

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