Venezia. A Maggio la mostra su Arshile Gorky a Palazzo Ca’Pesaro


La retrospettiva veneziana, realizzata in stretta collaborazione con The Arshile Gorky Foundation, presenta per la prima volta in Italia l’artista americano Arshile Gorky, innovatore dell’Arte Americana del XX secolo.


Venezia. La Fondazione Musei Civici presenta la prima retrospettiva mai realizzata in Italia sull’artista americano Arshile Gorky, intitolata “Arshile Gorky: 1904 – 1948”.

Oltre 80 opere esposte nella Galleria Internazionale d’Arte Moderna, all’interno di palazzo Ca’Pesaro, consentiranno di esplorare l’opera di Gorky in tutta la sua portata.

Armeno d’origine, è in terra americana che scopre il mondo dell’arte. Costretto alla fuga all’età di 15 anni dal suo paese natale, dopo gli studi alla New School of Design di Boston, è a New York che incontra gli artisti emergenti dell’avant garde, quali Stuart Davis, John Graham e David Smith, dove si sviluppa la prima corrente dell’artista. Il ritratto, quello ispirato al neoclassicismo di Picasso degli anni ’20.

La ritrattistica di Gorky non era solo una modalità per esplorare il presente – famiglia, amici e i suoi pari – ma anche un modo per rendere omaggio alla famiglia stessa che aveva perso.

Gorky prosegue scontrandosi con i dubbi del Cubismo e del Surrealismo e, negli anni ’30, nella serie di disegni “Nighttime, Enigma and Nostalgia”, esplora paesaggi e figure morte elaborando forme biomorfiche attraverso opere su carta.
Negli anni ’40 Gorky entra in contatto con i surrealisti, tra cui André Breton, Wifredo Lam, Max Ernst e Roberto Matta, quali contribuiscono allo sviluppo dell’automatismo e del subconscio nei suoi dipinti. Trascorre un periodo “en plein air”, e non immerso nel suo studio o nei musei di New York, che gli permette di estrarre simboli e motivi universali fondati sull’osservazione: Gorky esamina da vicino le forme botaniche e biologiche che traduce in nuove forme metamorfiche, capaci di esprimere la sua psiche più intima.

L’ultimo capitolo della sua carriera si concentra in lavori, rappresentanti simboli istintivi che Gorky trasforma in un personale vocabolario di forme fantastiche ricorrenti che danno esito, ha osservato Clement Greenberg nel 1947 “ad alcuni dei migliori dipinti moderni mai realizzati da un americano“. L’artista ha intriso queste opere evocative di ricordi d’infanzia, della sua profonda affinità con la natura e delle complessità e contraddizioni che sentiva nella sua stessa esistenza.

Il lessico così particolare di Gorky – un mix di energia propria e di empatia, subconscio e immaginario astratto – ne fanno un precursore dell’Espressionismo Astratto in America.

Gorky ha vissuto un’epoca straordinaria per sconvolgimenti culturali e storici. Quest’ultimi, documentati in mostra attraverso il materiale d’archivio prestato dalla Arshile Gorky Foundation, che delinea non solo la cronologia della vita di Gorky, ma anche eventi del periodo che hanno avuto un profondo impatto sulla sua vita.

La mostra presenterà anche un film diretto da Cosima Spender, nipote dell’artista, che riunisce alcune voci artistiche contemporanee per riflettere sulla vita, il lavoro e l’eredità di Gorky, insieme a filmati inediti dell’artista.

Accompagnerà la mostra un catalogo illustrato con saggi dei curatori (Edith Devaney e Gabriella Belli) e Saskia Spender (nipote di Gorky), con testi in inglese e italiano.

Visitabile dall’8 maggio al 22 settembre 2019, “Arshile Gorky: 1904 – 1948 è curata da Gabriella Belli, storica dell’arte e direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia e da Edith Devaney, curatrice alla Royal Academy of Arts di Londra, dove recentemente ha curato la mostra “Abstract Expressionism“.

Gabriella Belli afferma: “la straordinaria personalità di Gorky, per la prima volta in Italia con una mostra monografica, illuminerà zone ancora in ombra della storia dell’arte del nostro Paese, facendoci esplorare in profondità l’osmosi della pittura europea con quella americana, di cui Gorky fu senza dubbio uno dei più importanti innovatori”.

 

Dove: Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Santa Croce 2076, Venezia

Fonte: Fondazione Musei Civici
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