Alla Reggia di Venaria si celebra l’Art Nouveau


Dal 17 aprile fino al 20 gennaio alla Reggia di Venaria arriva la mostra che racconta la straordinaria fioritura artistica che ha travolto e cambiato il gusto tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Architettura, pittura, arredamento, scultura, musica sono invasi da rimandi alla natura, al mondo vegetale e a un’immagine nuova della figura femminile: a Torino è il tempo dell’Art Nouveau che scaccia da ogni dove regole accademiche e tradizione.


Considerata come una corrente internazionale, essa si fonda sulla rottura con l’eclettismo e lo storicismo ottocenteschi e rappresenta la risposta moderna a una società sempre più industrializzata.

Concepita come arte totale, il Modern Style diventa Tiffany negli Stati Uniti, Jugendstil in Germania, Sezession in Austria, Nieuwe Kunst nei Paesi Bassi, Liberty in Italia, Modernismo in Spagna e s’impone rapidamente in Inghilterra, patria dei maggiori teorici del movimento, e passa sotto il nome di Art Nouveau in Francia. Proprio a Torino fu presentata nel 1902 con l’Esposizione internazionale di Arte Decorativa Moderna e diede il via al Liberty in Italia a partire dalla città, all’epoca in espansione.

Essa non impone alcun obbligo: è l’arte della libertà che si affranca dalle convenzioni. Le forme dell’accademismo si infrangono davanti a uno stile trasgressivo che fa dell’erotismo, del naturalismo e dell’esotismo i propri punti cardinali. Nessuna regola può più costituire un freno per quegli artisti, soprattutto in Francia, che sono accomunati dall’amore per l’arabesco e riferimenti alla sensualità della natura e del corpo femminile: Emile Gallé, Daum Frères, Alphonse Mucha, Louis Majorelle, René Lalique, Eugène Grasset, Henri de Toulouse-Lautrec, Eugène Gaillard sono solo alcuni degli artisti in mostra – con un corpus di 200 opere provenienti dagli Arwas Archives, dalla Fondazione Arte Nova, dalla Collezione Rodolfo Caglia e da altri prestiti di privati – a raccontare come l’Art Nouveau si impose per il suo stile nuovo e decisamente moderno, dalle visionarie creazioni, dall’uso intensivo della linea curva e dell’arabesco.

Grazie un allestimento innovativo che ricreano le atmosfere e il gusto dell’epoca, in mostra viene proposta la riproduzione degli ambienti abitativi della Parigi di inizio Novecento a illustrare la vita quotidiana. Il percorso poi concerne anche il racconto sulla riflessione intorno alle arti decorative di una ristretta élite di architetti, artisti e intellettuali che avviarono la stagione del Liberty in Italia e a Torino in particolare.

Attraverso 200 opere e 5 sezioni la mostra Art Nouveau racconta quelli che furono gli sconvolgimenti nel campo di tutte le arti figurative tra fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento e quali furono le principali fonti di ispirazione per gli artisti che ne furono gli iniziatori. Prima su tutte la nuova e radicale visione della Natura: non più un rifugio sicuro in cui gli artisti potevano scappare per dipingere la dolcezza del mondo, ma un luogo mistico, complesso e da reinterpretare all’interno di un contesto urbano in evoluzione, stilizzando forme floreali e organiche per riportare la natura nella vita moderna.

Altro grande soggetto principe, evoluzione della natura voluttuosa, è la Donna, sempre più emancipata e rappresentata su dipinti e stampe soprattutto per la pubblicità che ormai giocava un ruolo influente nel determinare il modo in cui il pubblico percepiva la figura femminile e per vendere nuovi prodotti e stili di vita ai nuovi consumatori. Dai richiami al mondo vegetale e alla sinuosità femminile, si passa all’analisi semiotica della linea curva, lontana dagli stilemi di un tempo, nuovo simbolo della forza vitale e utilizzata nell’architettura degli esterni e degli interni, nelle metropolitane come nei caffè, negli arredi e nelle suppellettili come nei gioielli. Ogni elemento doveva essere in sintonia con l’insieme.

Prima sezione – Più Natura, più artificio

Influenzati dalle straordinarie scoperte in ambito botanico e naturalistico (anche grazie al diffondersi del microscopio, della microfotografia e dei raggi X), gli artisti dell’Art Nouveau fanno della Natura la principale fonte di ispirazione, in quanto capace di soddisfare il bisogno di ritorno alla purezza dell’arte. Interpretandola a volte in chiave lineare-dinamica e altre volte in geometriche linee simmetriche o in chiave onirico-simbolica, il mondo naturale viene inserito nel contesto moderno creando una sorta di oasi urbana.  L’uomo è così parte integrante di questo “nuovo mondo naturale”, non più distinto ma sempre più assimilabile alle forme della flora e fauna.
Questa sezione è dedicata ai più grandi artisti e designer che hanno concentrato la loro produzione artistica sulla rappresentazione della natura – con motivi floreali e zoomorfici, creature esotiche e mitologiche, ma anche le stagioni e il ciclo della vita – ponendo un’enfasi particolare sulla creazione di mobili e suppellettili in vetro. Tra questi Emile Gallé, Daum Frères, Rupert Carabin e Eugène Grasset.

Seconda sezione – La donna moderna

In linea con gli sviluppi artistici contemporanei, la seconda sezione esplora l’approccio dei designer dell’Art Nouveau alla sfera sensuale, alla loro rappresentazione dell’amore per il mondo naturale e dell’impegno sessuale con esso. Protagonista indiscussa di questo nuovo mondo è la donna, la femme damnée, sensuale, la donna moderna che fuma. All’insegna di un’inesplorata indipendenza e dell’emancipazione, si delinea una femminilità al di fuori dei canoni. Immagini dalla carica erotica più o meno esplicita venivano proiettate su rappresentazioni idealizzate di cantanti d’opera o stelle del teatro come Sarah Bernhardt. Fu proprio lei a essere rappresentata da tutti gli artisti del periodo entrando nel mondo popolare tramite le nuove tecnologie (fotografie nelle cartoline postali e primi filmati). L’immagine della stessa Bernhardt venne utilizzata per promuovere anche una varietà di prodotti tra cui cosmetici, vestiti e prodotti alimentari. Fu lei che ispirò e commissionò numerose opere ad Alphonse Mucha, ma anche gioielli, oggetti di porcellana e d’arredamento che la raffiguravano ad artisti come Paul Berthoud, Leonetto Capiello, Georges Clairin, Paul Berthon e William Nicholson, artisti tutti in mostra.

Terza sezione – Simbolismo

L’arte e la letteratura simbolista penetrano profondamente nella sensibilità Art Nouveau che, per molti aspetti, diventa un punto d’incontro tra produzione letteraria e design. È un intenso periodo di disordini e di esplorazione di religioni alternative che si riflettono in immagini del pensiero contemporaneo, psicologicamente inquietanti e dagli aspetti mistici. Molti erano infatti gli artisti – come Alphonse Mucha – seguaci di dottrine occultiste e che, attraverso le scienze esoteriche e le sedute spiritiche, tentavano di svelare i più reconditi misteri dell’esistenza.
Sono i designer i più impegnati nel fare emergere questo aspetto investigativo della vita e a rivelarlo è lo stile tipico delle opere di Maurice Bouval, Paul Francois Berthoud, Aman Jean, Leonard Agathon, Henri Heran, Georges Rochegrosse, Louis Auguste Theodore Riviere, Georges Flamand e Alexandre Vibert.

Quarta sezione – Uno stile per tutti

È un’era di designer individuali come nessun’altra. Con l’Art Nouveau nasce la figura dell’artista-designer che sfrutta tutti i nuovi mezzi che la tecnologia mette a disposizione, incluse le varie forme di comunicazione. Le arti decorative si avviano così verso l’affrancamento dall’essere semplicemente puro prodotto d’uso e di fattura artigianale, per accedere alla produzione seriale, se non addirittura industriale, divenendo modello e strumento dell’abitare moderno, parametro del gusto e veicolo fondamentale per l’affermazione del nuovo stile. In questa sezione è presente una nutrita selezione di poster, a celebrare l’arte grafica e tutti gli aspetti dell’applicazione dell’Art Nouveau al mondo commerciale. Tra gli artisti in mostra ci sono Paul Berthon, Manuel Orazi, Alphonse Mucha, Eugene Grasset con designers come Emile Gallè, Majorelle.

Quinta sezione – Dall’Art Nouveau al Liberty italiano

L’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna tenutasi a Torino del 1902 fu la prima in Italia di introdurre il tema Art Nouveau tramite architettura e arredamento. In questa sezione emerge la differenza tra l’Art Nouveau francese e il Liberty italiano, uno stile che si trasforma in particolare nell’architettura urbana di Torino. Nonostante l’Art Nouveau sia uno stile internazionale, con l’esposizione del 1902 si vede la crescita del design italiano che prosegue negli anni successivi fino alla prima guerra mondiale configurandosi come uno stile prettamente nazionale.

Informazioni:

Art Nouveau

Torino, Reggia di Venaria

17 aprile – 26 gennaio

A cura di Katy Spurrell

Orari di apertura

  • Fino al 28 giugno 2019
    lunedì: giorno di chiusura
    da ma rtedì a venerdì: dalle ore 9 alle
    ore 17 sabato, domenica e festivi: dalle ore 9 alle ore 19.30
  • Dal 29 giugno al 24 agosto 2019
    lunedì: giorno di chiusura
    martedì, mercoledì e giovedì: dalle ore 10 alle ore 17
    venerdì e sabato: dalle ore 10 alle ore 19.00
    domenica e festivi: dalle ore 10 alle 19.30
  • Aperture serali
    Sere d’estate + tutte le mostre in corso:
    venerdì e sabato dalle ore 19.00 alle 23.30
  • Dal 25 agosto al 13 ottobre 2019
    lunedì: giorno di chiusura
    da martedì a venerdì: dalle ore 10 alle ore 18 sabato, domenica e festivi: dalle ore
    10 alle ore 19.30
  • Dal 14 ottobre 2019
    lunedì: giorno di chiusura
    da martedì a venerdì: dalle ore 9 alle ore 17
    sabato, domenica e festivi: dalle ore 9 alle ore 19.30

Aperture straordinarie

  • domenica 21 aprile 9 – 19.30
  • lunedì 22 aprile 9 – 19.30
  • giovedì 25 aprile 9 – 19.30
  • venerdì 1 maggio 9 – 19.30
  • domenica 2 giugno 9 – 19.30
  • giovedì 15 agosto 10 -19.30
  • venerdì 1 novembre 9 – 19.30
  • domenica 8 dicembre 9 – 19.30
  • martedì 24 dicembre 9 – 15
  • mercoledì 25 dicembre chiuso
  • giovedì 26 dicembre 9 – 19.30
  • martedì 31 dicembre 9 – 15
  • mercoledì 1 gennaio 11- 19.30
  • lunedì 6 gennaio 9 – 19.30

Biglietti:

Intero 14 euro

Ridotto 12 euro

Sito: www.lavenaria.it

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