Nella faggeta di Cozzo Ferriero e nel parco della Sila.
E’ la straordinaria foresta del parco del Pollino, tra Calabria e Basilicata, il patrimonio che l’Unesco dal 2017 ha deciso di tutelare assieme alle faggete primordiali di altri 11 Paesi europei. Oggetto del riconoscimento dell’organizzazione dei beni mondiali è la faggeta vetusta di Cozzo Ferriero che si trova nel cuore del Parco, la più grande area protetta d’Italia tra le vette del Dolcedorme e di Cozzo del Pellegrino.
Per l’eccezionale valore universale dei suoi faggi è stata scelta la foresta di Cozzo Ferriero, radicata lungo la dorsale che da Coppola di Paola, in Calabria, raggiunge Cozzo Ferriero in Basilicata, e che si estende per 70 ettari. E’ qui, in quest’area selvaggia, intatta e ricca di biodiversità, che si trovano faggi monumentali che hanno raggiunto l’età di circa 500 anni ed è proprio la loro diversità ecologica il patrimonio da salvaguardare.
Intatta perché l’uomo non la raggiunge facilmente: il luogo dove sorge la faggeta, infatti, è impervio e selvaggio e il percorso, che misura circa 12 chilometri, si sviluppa prevalentemente nel bosco, tra faggi e radure, su crinali molto scoscesi e senza sentieri segnalati.
La natura è la protagonista del patrimonio culturale della Calabria anche con il parco nazionale della Sila che rientra tra i beni dell’Unesco come riserva della biosfera, un immenso altopiano, il più esteso d’Europa, nel cuore della regione.
Un altro riconoscimento targato Unesco è il duomo di Cosenza, riconosciuto nel 2011 come patrimonio testimone di cultura di pace. La cattedrale di Santa Maria Assunta, costruita nell’XI secolo, è un insieme di stili architettonici diversi. Per l’Unesco il duomo cosentino è “un faro per migranti dai diversi paesi ai quali continua ancora oggi a proporsi come luogo di incontro fraterno”.
FONTE: ANSA
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