Napoli: le chiavi della città a due pizzaioli… 90enni


Franco Pepe approda al Quirinale per ricevere un prestigioso riconoscimento: a seguirlo, il collega Capasso, da 90 anni pizzaiolo di passione


Anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, è andato a dare gli auguri a Vincenzo Capasso, consegnandogli una targa con la medaglia della città. “Sono qui come segno di affetto, gratitudine e simpatia per un pizzaiolo storico della nostra città, Vincenzo Capasso, in una delle pizzerie più note della città e che fa un’ottima pizza – ha commentato de Magistris – Credo che sia importante consegnare un riconoscimento a chi rappresenta uno dei tratti caratterizzanti della nostra città, della nostra gastronomia e non solo perché la pizza è cultura, comunità e storia ed è anche patrimonio Unesco. È un riconoscimento assolutamente meritato“.
Sulla targa consegnata al maestro pizzaiolo si legge che è dedicata a un “decano, riferimento prezioso per tutta la Città” per la “profonda dedizione e passione, per la dedizione e per aver valorizzato l’arte della pizza“.

Un prestigioso riconoscimento va anche ad un altro pizzaiolo: Franco Pepe, che oggi, 2 giugno, sarà nominato Cavaliere dell’Ordine “Al merito della repubblica Italiana”.
Ed e’ la prima volta che questa prestigiosa carica al merito viene conferita dal Capo dello Stato Sergio Mattarella ad un pizzaiolo, artigiano del gusto. “Ho ricevuto comunicazione dal Quirinale – ha precisato Pepe – con una lettera del 18 marzo, che porto sempre con me. Sono e rimango Franco, l’artigiano della pizza ma il progetto che ho creato a Caiazzo, nel Casertano, avra’ il riconoscimento del presidente della Repubblica con il conferimento il 2 giugno del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica“, ha detto Pepe.
Il Quirinale premia cosi’ un progetto nato nel 2012 nell’entroterra campano, e che oggi offre lavoro stabile e internazionalita’ a 40 ragazzi nei vicoli del centro storico di Caiazzo, oggi visitato da appassionati gourmet di tutto il mondo, dagli Emirati Arabi al Giappone. Un turismo di alto profilo, e destagionalizzato. “Noi – ha precisato il pizzaiolo campano – non chiudiamo mai e non ci stanchiamo mai di raccontare il territorio. Quello che metto nella pizza loro lo possono conoscere, dal casaro al frantoiano, dal produttore di pomodoro alla rete di raccoglitori di albicocche del Vesuvio. Io porto gli amanti della buona tavola e della dieta mediterranea a contatto con i miei fornitori e creo reti di qualita’. La nostra rivoluzione non e’ raccontare storie di cibo, ma la verita’ del prodotto e l’identita’ della mia pizza che ora rientra anche in un menu funzionale. La medicina infatti segue con molto interesse il progetto perche’ la pizza e’ un alimento che arriva a tutto il popolo, e’ trasversale ma anche inclusivo e di forte valenza psicologica. La pizza non e’ un fast food – ha concluso Pepe – ma il cibo che esprime qualita’ e gioia a prezzi alla portata dei piu‘”

Fonte Ansa

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