Turismo culturale in Italia, una miniera d’oro da 21 miliardi di euro


La cultura e il paesaggio in Italia trainano il turismo: nel 2018 hanno generato 21 miliardi di euro, pari al 66% della spesa totale dei viaggiatori internazionali. Il CISET e l’Istat svelano i dati e le tendenze del settore. Con una raccomandazione: guardare oltre i grandi siti Unesco.


Con la cultura si mangia. A dimostrarlo sono i dati del CISET – Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica e dell’Istat, nel rapporto “L’Italia dei musei 2018”. Le statistiche parlano chiaro: il patrimonio culturale e paesaggistico in Italia è una vera miniera d’oro, che nel 2018 ha fruttato 21 miliardi di euro di introiti dai viaggiatori internazionali, pari al 66% della spesa totale dei viaggiatori di tutto il mondo in visita ai luoghi d’arte della Penisola.

Solo nel 2018, sono stati 55 milioni i turisti che hanno deciso di visitare i beni culturali statali (monumenti, musei, parchi archeologici ecc.) Un settore in costante crescita, che in 5 anni ha visto aumentare del 44% il numero dei turisti culturali e dell’81% gli introiti dei beni statali: da oltre 126 milioni di euro nel 2013 si è passati agli oltre 229 milioni del 2018. I progressi sono riscontrabili anche negli ultimi due anni, con un aumento dell’11% dei visitatori e del 18% degli introiti nel 2018 rispetto al 2017.

Le aree archeologiche hanno calamitato quasi metà dei visitatori e a beneficiarne sono soprattutto i circuiti che generano la maggior parte degli introiti: ai primi posti il Parco archeologico del Colosseo e il Parco archeologico di Pompei, che da soli concentrano circa il 20% del totale dei visitatori nei siti statali.

Bastano le percentuali a comprendere l’importanza crescente di questo segmento turistico in Italia: l’anno scorso circa il 16,6% delle vacanze in Italia è stato legato ad attività culturali. A questo dato si aggiunge un altro 18,2% di soggiorni spesi per conoscere le bellezze naturali del luogo.

Numeri importanti, ma che conservano ampi margini di miglioramento se li paragoniamo a quelli relativi al turismo culturale in uscita: il 38,4% di vacanze culturali e il 16,9% di vacanze paesaggistiche sono indirizzate verso l’estero.

Il turismo culturale e del paesaggio è un settore tanto variegato quanto inesplorato: non si tratta soltanto di monumenti e musei, ma anche di natura, parchi, siti archeologici, produzioni tipiche e artigianato, con potenzialità ancora tutte da esplorare.

Per farlo è necessario analizzare nella sua complessità il fenomeno del turismo culturale, definito dall’UNWTO come “tipologia di attività turistica in cui la motivazione principale del visitatore è imparare, scoprire, fare esperienza e consumare attrazioni/prodotti culturali tangibili e intangibili nel luogo di destinazione”.

A contraddistinguere il turismo culturale è quindi non tanto la destinazione, quanto la motivazione: la scoperta diventa motore del viaggio. Questo può avere interessanti risvolti economici, come dimostrano i dati Banca d’Italia elaborati dal CISET, secondo cui il turista culturale ha una maggiore propensione alla spesa: in vacanza spende circa 129 € al giorno, tra i 30 € e i 40 € al giorno in più rispetto a un turista balneare. Le differenze di spesa più significative riguardano la ristorazione e gli acquisti, spesso di prodotti enogastronomici tipici artigianali e di oggetti di artigianato locale.

Tra le ragioni che spingono a guardare alla cultura e al paesaggio come leva del turismo del futuro c’è la loro potenziale sostenibilità, perché riescono a spostare i flussi turistici verso periodi dell’anno meno affollati, come la stagione invernale.

Ma per rendere questa forma di turismo realmente sostenibile c’è ancora una sfida da vincere, ed è il decongestionamento delle grandi città d’arte, principali destinatarie del turismo culturale di massa. Secondo i dati Istat, in cima alla classifica dei musei più visitati d’Italia resistono tenacemente il Pantheon, il Colosseo, l’Area Archeologica di Pompei e il Museo e Parco di Capodimonte, che da sole hanno totalizzato nel 2018 21,5 milioni di visitatori, pari al 17% del pubblico complessivo dell’intero patrimonio culturale italiano. Come differenziare l’offerta di turismo culturale al di fuori dei grandi siti Unesco?

La risposta è nella valorizzazione delle mete culturali non convenzionali, che permetterebbe di dirottare i turisti dalle grandi città d’arte a luoghi meno conosciuti, ma non meno meritevoli di una visita. Il rapporto Istat ha calcolato che in Italia sono presenti 4.908 tra musei, aree archeologiche, monumenti ed ecomusei aperti al pubblico, pubblici e privati. Un patrimonio culturale diffuso su tutto il territorio italiano: in un comune italiano su tre (2.311) è presente almeno una struttura a carattere museale. L’equivalente di una struttura museale ogni ogni 50 chilometri e ogni 6 mila abitanti. Vale la pena iniziare a scoprirle.

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