Roma: Presentato il Rapporto sullo stato di avanzamento delle attività della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali


Roma. 200 docenti, 450 ore di lezione, 18 allievi scelti tra oltre 400 candidature, 550 ore tra seminari, esercitazioni e visite di studio. Sono i numeri del corso Scuola del Patrimonio, a nove mesi dall’inizio dell’anno accademico, che la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali presenta nel Rapporto che fotografa al 30 giugno lo stato delle sue attività. 


La “Scuola del Patrimonio” è un corso di alta specializzazione e ricerca, che punta a completare con conoscenze di natura gestionale la formazione di allievi già in possesso di specifiche competenze tecnico-scientifiche nel settore della valorizzazione del patrimonio culturale. Iniziato lo scorso ottobre, il corso è strutturato in due fasi che comprendono attività formative in aula, visite di studio e undici mesi di esperienza diretta presso istituzioni culturali nazionali e internazionali. Al termine del corso, di durata biennale, agli allievi viene rilasciato il titolo di “Diploma di alta specializzazione e ricerca nel patrimonio culturale”, al quale corrispondono 150 crediti ECTS (European Credit Transfer and Accumulation System), riconosciuti all’interno dello spazio europeo.

Il prossimo novembre prenderà il via anche la “International School of Cultural Heritage”, un laboratorio permanente sviluppato in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e ICCROM, rivolto a professionisti stranieri operanti nella gestione dei beni culturali. L’edizione 2019-2020, dedicata alla “Gestione del patrimonio archeologico del Mediterraneo: sfide e strategie”, ospiterà 20 professionisti provenienti da: Algeria, Egitto, Giordania, Iraq, Israele, Libano, Libia, Marocco, Palestina, Tunisia, Turchia). 90 le ore di studio previste, con 50 esperti coinvolti, 15 visite di studio e 20 istituzioni che, nella seconda parte del corso, ospiteranno gli allievi per esperienze dirette sul campo. 

A completamento dell’offerta, non mancano proposte per la  formazione continua. Il progetto “Sensibilizzazione e formazione del Sistema Museale Nazionale” si rivolge agli operatori di musei e luoghi della cultura statali e non. Il programma, ideato su mandato della Direzione Generale Musei, punta a favorire, attraverso specifiche azioni formative, informative e seminariali, la diffusione delle novità previste dal Sistema Museale Nazionale. Sono 3 le regioni pilota, con 500 musei e 1000 destinatari, che parteciperanno a 30 ore di seminari informativi in streaming, 16 moduli web based e 216 ore di approfondimenti formativi.

Non solo formazione specifica rivolta agli specialisti, ma anche un calendario di appuntamenti rivolti al grande pubblico di operatori, studiosi e appassionati. Per loro, la Fondazione propone il ciclo “Classi Aperte”, 10 incontri l’anno con personaggi di spicco nel panorama culturale italiano per affrontare alcuni tra i temi più dibattuti della gestione del patrimonio. Nel corso di “Libri aperti”, 6 incontri l’anno realizzati in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, sono presentate, con la partecipazione di autori e studiosi, le più rilevanti novità editoriali in tema di gestione del patrimonio culturale. Infine le ricerche sulle politiche di gestione del patrimonio culturale avviate dalla Fondazione.

A marzo 2020 si concluderà la ricerca sulla “Offerta museale della città di Milano”: una indagine sul sistema dei musei civici e sulle relazioni territoriali nell’offerta culturale cittadina, realizzata in collaborazione con la Direzione Cultura del Comune di Milano e con il Centro di Ricerca ASK Università Bocconi, per la definizione di un percorso di ricerca su nuove modalità di funzionamento del sistema culturale metropolitano.

A giugno 2020 è prevista la conclusione della ricerca su “Saperi, competenze, professioni e mestieri per la gestione del patrimonio culturale”, che intende acquisire un quadro dinamico dei profili professionali del patrimonio culturale, nonché dei sistemi di formazione e reclutamento. Il censimento delle professioni presenti ed emergenti consentirebbe infatti di individuare correttamente i fabbisogni di competenze e i relativi sistemi di reclutamento coerenti alle esigenze. 

Infine, a ottobre 2020, si concluderà “L’esercizio della tutela”, che attraverso l’esame di casi di studio intende produrre delle linee guida ad uso degli operatori impegnati in maniera specifica nel campo della tutela del patrimonio. 

La Fondazione sarà anche presente, sia come ospite che come partner istituzionale, agli appuntamenti più rilevanti nel settore del patrimonio culturale, come il Salone internazionale del Restauro, dei Musei e delle Imprese culturali di Ferrara, il prossimo settembre, il LuBeC (Lucca Beni Culturali Cantiere Cultura) e i Colloqui internazionali nel corso del Ravello Lab, nel mese di ottobre.

Fonte: Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali

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