Roma come stai? L’iniziativa del DIAP della Sapienza dedicata al paesaggio

DIAP

 


Roma come stai? È l’iniziativa per i cittadini programmata dal Dipartimento di Architettura e Progetto della Sapienza nelle sere dei giorni 1, 2, e 3 luglio nella cornice all’aperto di Piazza Borghese. Aperitivi, concerti e interventi dedicati al tema del paesaggio.


La questione del paesaggio è il tema a cui è dedicata la terza edizione di Roma come stai?, l’iniziativa per i cittadini programmata dal Dipartimento di Architettura e Progetto della Sapienza nelle sere dei giorni 1, 2, e 3 luglio nella splendida cornice all’aperto di Piazza Borghese.

È un momento per discutere della città, conoscerne meglio la realtà e la storia, ma soprattutto per proiettarla verso il futuro, mettendo a confronto le ricerche e i progetti del Dipartimento con l’esperienza di figure di riferimento nel campo dell’architettura e della vita delle metropoli.

Per guardare al futuro Roma ha bisogno di progetti e di architettura, c’è l’esigenza di far uscire l’Università dal chiuso delle sue mura, ma anche di far entrare i cittadini in contatto con le idee più avanzate e le ipotesi per risollevarne le sorti.

Gli appuntamenti hanno una natura conviviale: un aperitivo offerto in piazza precederà sempre lezioni e discussioni. Ma quest’anno, seguendo le caratteristiche del tema affrontato, c’è spazio anche per la musica con due concerti il 1 e il 2 luglio.

Si è cominciato il  1. luglio con un breve concerto del gruppo di percussionisti Ars Ludi, che ha eseguito musiche di Giorgio Battistelli e Steve Reich. Il 2 luglio, in collaborazione con il Comitato Nazionale per le celebrazioni del Centenario della nascita di Bruno Zevi e la Fondazione Bruno Zevi, sarà la volta del soprano Gaia Mattiuzzi e del pianista Denis Zardi con un programma dedicato proprio agli interessi di Bruno Zevi, il grande storico e critico dell’architettura di cui è da poco trascorso il centesimo anniversario della nascita e che è stato a lungo una figura di spicco nella Facoltà di Architettura della Sapienza.

Dopo il concerto l’aperitivo e a seguire l’intervento di Roberto Favaro, docente all’Accademia di Brera (Milano) che affronterà il tema del Paesaggio sonoro.

L’ultimo giorno della manifestazione, il 3 luglio, si inizierà con l’aperitivo alle ore 20, mentre in piazza parleranno Carlo Blasi, direttore del Centro di Ricerca Interuniversitario Biodiversità Servizi Ecosistemici e Sostenibilità, e Francesco Rutelli, nella sua qualità di presidente del Centro per un futuro sostenibile.

Da vent’anni a questa parte stiamo assistendo a una radicale trasformazione del concetto di spazio pubblico. La questione del paesaggio ne è divenuta un aspetto fondamentale, troppo spesso trascurata dalla politica e dalle amministrazioni, per quanto sia invece considerata un bisogno primario proprio dai cittadini. I progetti di paesaggio, nella cornice della città e nello spazio più ampio dell’area metropolitana, affrontano gli squilibri ambientali e sociali del nostro tempo, sono capaci di scongiurare rischi e di accompagnare i mutamenti degli stili di vita contemporanei. Benessere fisico, socialità, agricoltura urbana e condivisa, sicurezza idrogeologica, incentivazione allo sviluppo di nuove economie locali sono soltanto alcuni degli aspetti che il progetto di paesaggio è chiamato ad affrontare.

Roma, con le sue enormi potenzialità paesaggistiche e la sua endemica trascuratezza al riguardo, può diventare un campo di sperimentazione straordinario per guardare al futuro in modo nuovo.

Con il suo intreccio indissolubile di verde e di patrimonio archeologico, di campagna e di costruzioni di bassa qualità, quello di Roma è ancora un territorio vivo, che nonostante le politiche di tutela attende di essere di valorizzato.

Anche il paesaggio sonoro è una delle sue componenti essenziali: caotico, come quello di tutte le grandi città, ma anche da scoprire attraverso pratiche di ascolto e di progettazione, come avviene negli ultimi anni in altre grandi capitali europee.

Il paesaggio, dunque, non è solo un settore specialistico del progetto di architettura, ma un modo di ripensare la città intera guardando alla sostenibilità e alla rivitalizzazione delle sue aree di pregio e di quelle abbandonate al degrado.  Roma può diventare allora un laboratorio culturale del domani, coinvolgendo la cittadinanza fin dal momento della concezione dei suoi progetti.

Fonte:Ufficio Stampa Maria Bonmassar

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