Dal test dell’aglio alla prova lumaca, i falsi miti sui funghi


Gli esperti tornano a mettere in guardia i raccoglitori dai test ‘fai-da-te’.


La stagione dei funghi si avvicina e gli esperti tornano a mettere in guardia i raccoglitori dai test ‘fai-da-te’ che secondo la tradizione popolare aiuterebbero a distinguere quelli buoni da mangiare da quelli velenosi, a volte potenzialmente mortali.

“La commestibilità di un fungo può essere stabilita solo dopo la sua corretta identificazione – ammonisce l’Ausl di Reggio Emilia che dal 26 agosto al 29 novembre mette a disposizione i punti controllo dell’Ispettorato micologico aziendale – Pertanto, di fronte a un fungo che non si è mai raccolto prima e non si conosce, si raccomanda di rivolgersi sempre al personale qualificato degli Ispettorati micologici che operano gratuitamente in tutte le aziende sanitarie e di diffidare dei presunti esperti. I metodi empirici che alcuni si ostinano ad adottare per verificare la commestibilità dei funghi, come ad esempio l’utilizzo di aglio che diventerebbe scuro in presenza di funghi velenosi, o l’imbrunimento dell’argento, sono privi di ogni fondamento”. Falsi miti pericolosi, come pure “non è vero – avvertono gli specialisti – che tutti i funghi che crescono sugli alberi o nei prati sono commestibili”, o che “se sono mangiati dalle lumache o da altri animali sono buoni“.

Infine, “anche i funghi considerati commestibili hanno una difficile digeribilità – sottolinea l’Ausl – per cui è consigliato mangiarli cotti e in quantità moderata, evitandone il consumo in pasti ravvicinati“. I funghi “non sono in ogni caso l’alimento ideale per i bambini, le persone anziane, le donne in gravidanza, le persone intolleranti a particolari alimenti o farmaci, o che soffrono abitualmente di disturbi a fegato, intestino, pancreas e patologie renali”.

 

Fonte: Adnkronos

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