Viaggio tra i siti UNESCO, le incisioni rupestri della Valle Camonica


Alla scoperta delle incisioni rupestri della Valle Camonica, primo sito UNESCO in Italia. 


La Valle Camonica, in provincia di Brescia, è nota per la varietà di incisioni rupestri, inserite nel 1979 nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, il primo in Italia, che ha riconosciuto oltre 300.000 figure e che per tale motivo l’ha consacrata come “La Valle dei Segni”. Il patrimonio del sito UNESCO è distribuito lungo l’intera Valle su circa 2000 rocce, con oltre 180 località sparse su 24 comuni, e attraversa più di 12 mila anni di storia, dalla preistoria sino alle soglie del XIX secolo. Segnalate per la prima volta da Walter Laeng, un geografo bresciano, nel 1909 nei pressi di Cenno, le incisioni rupestri ad oggi si possono ammirare in 8 parchi tematici, ovvero il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane a Capo di Ponte, il Parco archeologico di Asinino-Anvòia a Ossimo, la Riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, il Parco di Interesse Sovracomunale del Lago Moro, Luine e Monticolo a Darfo Boario Terme, il Parco archeologico nazionale dei Massi di Cemmo a Capo di Ponte, il Parco archeologico comunale di Seradina-Bedolina a Capo di Ponte, il Parco comunale archeologico-minerario di Sellero e il Percorso pluritematico del “Coren delle Fate” a Sonico.

 

Le incisioni rupestri che è possibile ammirare percorrendo questi parchi archeologici raffigurano cacciatori, guerrieri, contadini, carri, aratri, animali di ogni genere, figure geometriche, torri medievali e capanne, con rappresentazioni di scene di caccia, riti religiosi, di lotta, i cui significati sono diversi, ma per lo più da attribuire a funzioni religiose, commemorative o propiziatorie. La maggior parte delle incisioni è stata realizzata con la tecnica della martellina, un utensile simile al martello, e in numero minore attraverso il graffito, un disegno eseguito attraverso incisione su pietra. Tra i segni più noti rinvenuti spicca la Rosa Camuna, risalente alla civiltà dei Comuni, la popolazione che visse durante l’età del Ferro, e adottata anche come simbolo ufficiale della Regione Lombardia. L’interpretazione della Rosa Camuna ancora oggi non è ben nota, ma gli studiosi suggeriscono che in origine avesse un significato legato al sole sviluppatosi poi come un simbolo legato al buon auspicio.

Fonte: wikipedia

La Rosa camuna

 

Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, a Capo di Ponte, è stato istituito nel 1955, il primo in Valle Camonica, ed è gestito dal 2018 dal Polo Museale della Lombardia. Con una estensione di 30 ettari, al suo interno sono presenti 104 rocce incise, suddivise in 5 percorsi guidati con indicazioni e pannelli e percorribili in 3 km. Su queste superfici di arenaria, levigate dall’azione dei ghiacciai, gli abitanti della Valle incisero scene di vita quotidiana e spirituale. La roccia numero 1 o “Roccia Grande” è di particolare importanza, in quanto vi sono incise centinaia di raffigurazioni, in particolare di cervi. Non mancano raffigurazioni di stampo religioso, culturali e divine, come ad esempio sulla roccia 70 che riporta, secondo gli esperti, la rappresentazione del dio celtico Cernunnos; è possibile anche ammirare incisioni con impronte di piedi, iscrizioni in lingua camuna e labirinti. Alcune figure sono tra loro sovrapposte, in quanto ripetutamente incise in età storiche diverse, come nel caso della roccia 35, che ritrae scene di caccia e villaggi.

 

Curiosità:

  • Nel dialetto della Valle Camonica le incisioni rupestri vengono indicate col termine “pitoti” ovvero “pupazzi”.
  • Oltre alla Val Camonica, anche nelle Alpi sono presenti siti di incisioni rupestri altrettanto noti agli studiosi, come ad esempio il Monte Bego, il Vallese svizzero, la Valtellina e il Monte Baldo.
  • L’archeologo Emmanuel Anati stilò negli anni sessanta una cronologia delle incisioni rupestri, dalla Preistoria al Medioevo, tenendo conto delle loro caratteristiche e stile.

 

 

Potrebbe interessarti:

Brescia, almeno una volta nella vita: la guida di Visit Brescia per sapere cosa non perdere

 

Print Friendly, PDF & Email

copyright Riproduzione riservata.