9 destinazioni dove assaggiare i cibi più particolari


Viaggiare è spesso un’occasione per scoprire nuovi stimoli e per sperimentare e mettere alla prova i propri limiti. A partire dal cibo, uno dei mezzi più immediati e interessanti per esplorare la cultura e la particolarità di un luogo. Per questo KAYAK.it  ha stilato una classifica dei 9 Paesi in cui assaggiare i cibi più strani, per i palati più coraggiosi, con l’indicazione dei prezzi per i voli per partire subito sull’onda della sfida gastronomica.


Le mete più economiche per un volo andata-ritorno in classe economica dall’Italia sono la Scozia (117 € in media) e l’Islanda (177 € in media), mentre le più costose sono il Messico (632 € in media) e la Cambogia (631 € in media). Su KAYAK.it si possono trovare le indicazioni per individuare il momento migliore per acquistare il volo al prezzo più basso, così come creare alert di prezzo per la prossima meta in cui sperimentare i cibi più coraggiosi del globo.

Giappone

Pur essendo la patria di prelibatezze tra le più di moda nell’ultimo periodo, come il sushi e il sashimi, il Giappone offre anche l’occasione di assaggiare alcune delle esperienze gastronomiche più inaspettate. Tra queste il fugu, il pesce palla, eccezionalmente velenoso ma commestibile se preparato da chef con una licenza speciale ottenuta dopo un tirocinio pluriennale; lo shiokara, frutti di mare fermentati nelle loro stesse viscere per un mese; lo shirako, bianche e viscide sacche spermatiche di pesce, generalmente di salmone, servito sia crudo che cotto; infine i medama, occhi di tonno bolliti con salsa di soia, zucchero, mirin e sake.

 

Islanda

Patria del celebre squalo fermentato, hákarl, diventato una vera e propria sfida per il viaggiatore in Islanda. La carne viene conservata sottoterra da tre a sei mesi, per renderla commestibile, ma per il suo retrogusto di ammoniaca rimane molto difficile da apprezzare se non accompagnata da qualche altro cibo o bevanda dal sapore altrettanto forte. Da provare anche l’hverbrauð, un pane di segale cotto nel terreno presso una delle tipiche sorgenti geotermiche.

 

Filippine

In alcuni paesi asiatici è facile incontrare cibi che si potrebbero definire davvero estremi. Cosa pensare infatti di un uovo di anatra o di gallina fecondato e fatto bollire poco prima della schiusa, quando l’embrione è quasi completamente formato? Si tratta del balut, considerato molto nutriente e persino afrodisiaco. Più raro e difficile da trovare il tamilok, o verme di mare, che ha un gusto simile all’ostrica, per alcuni addirittura migliore, e si gusta crudo condito con aceto di cocco o calamansi. E se si passa per Palawan si può provare la carne di coccodrillo.

 

Corea del Sud

Si apre il capitolo insetti con uno snack diffuso in Corea: il beondegi, ovvero pupe di baco da seta bollite e condite. Sembra che nemmeno i coreani ne vadano pazzi, ma divenne una fonte di proteine indispensabile durante la guerra perché le proteine erano scarse, così come molti altri macronutrienti.

 

Scozia

Una meta europea che regala esperienze culinarie per stomaci forti, tra cui il famoso haggis: cuore, polmone e fegato di pecora bolliti per circa 3 ore nello stomaco stesso della pecora, talmente apprezzato in patria da diventare piatto nazionale. Anche il black pudding, un sanguinaccio insaccato, sebbene più diffuso in Europa può essere una sfida per i palati più delicati.

 

Messico

L’eccentrica creatività messicana raggiunge il suo apice nella trasformazione in prelibatezza di un fungo del mais che nel resto del mondo viene distrutto come piaga: l’huitlacoche. Si usa per farne farina per le tortillas o anche come alimento singolo, ha poche calorie e i ricercatori vi hanno trovato tre dei quattro amminoacidi che hanno a che fare con il gusto umami e diversi aromi, fra cui la vanillina. Per chi preferisce sperimentare gli insetti ci sono invece le escamoles, le larve e le pupe di una specie di formiche, dal gusto e consistenza molto delicati, cotti per pochi minuti e usati come ingredienti per tacos, tortillas e altre preparazioni tradizionali. Così come le chapulines, le cavallette.

 

Nepal

Un’altra prelibatezza incredibilmente bizzarra e costosa proviene dal Nepal, ma è presente anche in Cina. Il bruco Thitarodes vive sotto terra nutrendosi di radici ed è regolarmente attaccato da un fungo, che invade il corpo della creatura, lo riempie completamente, lo uccide e poi lo mummifica. Il fungo quindi emerge dal terreno in primavera, germogliando dalla testa del bruco. È usato per scopi medicinali e nelle zuppe. Il prezzo va dai 3 mila agli 8 mila dollari, a seconda della qualità.

 

Cambogia

La specialità gourmet della Cambogia sono i ragni fritti, il cui sapore assomiglia a quello del granchio, apprezzati dai locali e soprattutto dai viaggiatori più coraggiosi che si immortalano nel momento dell’assaggio. Questa squisitezza rischia di scomparire a causa della deforestazione e della caccia non regolamentata nel paese asiatico: per provarla bisogna affrettarsi.

 

Italia

Ultima e insospettabile meta: l’Italia è celebre per la sua eccezionale proposta gastronomica, ma offre anche delle sfide interessanti ai palati che cercano l’estremo, senza andare troppo lontano. Praticamente ogni regione ha una proposta fuori dagli schemi per i viaggiatori, spesso a base delle carni meno nobili. A partire dalla pajata laziale, a base di intestino tenue di vitellino da latte tradizionalmente servito con i rigatoni al sugo, fino al sanguinaccio spalmabile in Calabria, una crema realizzata con sangue fresco di maiale, mosto cotto, cannella e noci. Ma non mancano la coratella umbra, il panino con la meusa (milza) siciliano o con il lampredotto toscano (a base di stomaco bovino).

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