Picasso e amici: 120 libri d’artista in mostra a New York


Un collezionista italiano ha raccolto oltre 120 “livres d’artiste” illustrati da Picasso in quasi 70 anni di carriera: da questo week end saranno in mostra alla book gallery Pr&Ph Books di New York.


Picasso e i suoi amici: un aspetto sconosciuto al grande pubblico dell’autore di Guernica, oltre 120 “livres d’artiste” illustrati in quasi 70 anni di carriera, sono esposti per un mese da questo fine settimana nella sede della Pr&Ph Books, la “book gallery” newyorchese di due librai antiquari italiani, Umberto Pregliasco e Filippo Rotundo. Anche la raccolta è italiana (seppure conservata a Londra): il proprietario, che preferisce l’anonimato, l’ha accumulata tra il 1980 e il 2015 e ora la mette sul mercato a condizione che vada a un unico nuovo acquirente.

Picasso usava definirsi “incisore-pittore”. Le illustrazioni, pur integrandosi ai testi, vivono di vita propria diventando capolavori autonomi, spiega all’ANSA Umberto Pregliasco, terza generazione di librai antiquari a Torino. Monsieur A*** (lo pseudonimo del collezionista) ha raccolto solo libri per cui Picasso creò illustrazioni strettamente legate ai testi ed è la prima volta che la collezione, una di solo due del suo genere così completa (l’altra è la raccolta Steinhauslin, in Svizzera), viene mostrata al pubblico. “Sarebbe bello – dice Pregliasco – un gesto dell’Italia per mantenere il legame di questa raccolta con il Paese”.

L’attività di Picasso di illustratore e incisore, pur essendo infinitamente meno conosciuta di quella pittorica, non è per questo meno importante. I primi capolavori grafici si pongono tra i periodi blu e quello rosa e giungono sino agli anni Sessanta, costituendo un corpus di oltre 2500 incisioni. È un Picasso tutto da scoprire, straordinario sperimentatore – utilizzava l’acquatinta, la puntasecca, il bulino, la xilografia – in quei “libri d’artista” che nella prima metà del ‘900 fecero la fortuna di editori importanti, come Vollard, Tériade e Albert Skira.

Molti libri erano testi di amici come Max Jacob, Tristan Tzara, Paul Élouard e Jean Cocteau. Il primo risale al 1905 – Picasso era arrivato da poco a Parigi e viveva in una casa, il “Bateau-Lavoir” a Montmartre, presto cenacolo di artisti come Guillame Apollinaire, Paul Fort e André Salmon. L’artista illustra il poema di Salmon “Le Banquet” con due malinconici saltimbanchi a puntasecca.

Dalle colombe ai toreri, l’iconografia classica di Picasso è ampiamente rappresentata. Più flessibili delle grandi tele, le incisioni spesso ne anticipano il percorso pittorico. “Vivevo lontano dalle grandi città e non avevo diretta conoscenza di quel mondo e dei movimenti di cui era stato protagonista, né conoscevo gli editori, le gallerie, i mercanti e i collezionisti con cui avevo lavorato, né gli attuali proprietari dei libri.

La missione di questo appassionato neofita di formare una così ambiziosa collezione, seppure eccitante, sembrava impossibile”, racconta Monsieur A*** nell’introduzione al catalogo in cui rivela la molla iniziale: una passione per le stampe e le opere su carta ereditata dal padre che gli passò l’amore per la raccolta, la ricerca, l’arte e i libri.

Fonte: Ansa

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