Roma. La mostra “Guggenheim. La collezione Thannhauser, da Van Gogh a Picasso” in programma a Palazzo Reale di Milano dal 17 ottobre 2019 al 1° marzo 2020, presenta circa cinquanta capolavori dei grandi maestri impressionisti, post-impressionisti e di membri delle avanguardie dei primi del Novecento, tra cui Paul Cézanne, Edgar Degas, Paul Gauguin, Édouard Manet, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Vincent van Gogh e un nucleo importante di opere di Pablo Picasso.
La mostra racconta la straordinaria collezione che negli anni Justin K. Thannhauser costruì per poi donarla, nel 1963, alla Solomon R. Guggenheim Foundation, che da allora la espone in modo permanente in una sezione del grande museo di New York.
È la prima volta che i più importanti capolavori della collezione Thannhauser del Guggenheim arrivano in Europa: dopo la prima tappa al Guggenheim di Bilbao e la seconda all’Hotel de Caumont di Aix-en-Provence, Palazzo Reale a Milano rappresenta la tappa conclusiva della mostra, dopo la quale queste splendide opere ritorneranno a New York. Si tratta dunque di un’occasione unica e irripetibile per ammirare lavori di eccezionale qualità di grandi maestri della pittura europea sinora mai esposti fuori dagli Stati Uniti.
Tra le opere presentate a Milano troviamo dunque due dipinti di Pierre-Auguste Renoir: “Donna con pappagallino” (1871) e “Natura morta: fiori” (1885); quattro dipinti di Georges Braque, tra cui “Paesaggio nei pressi di Anversa” (1906), “Chitarra, bicchiere e piatto di frutta sopra un buffet” (1919), “Teiera su fondo giallo” (1955) appartenuti a Thannhauser, a confronto con “Natura morta” (1926-1927) di proprietà del Guggenheim.
Di Paul Cézanne sono esposte sei opere, tra cui quattro di proprietà dei Thannhauser – i due paesaggi “Dintorni del Jas de Bouffan” (1885-1887) e il magnifico “Bibémus” (1894-1895), luoghi nei dintorni della Montagna Sainte-Victoire, dove l’artista aveva affittato un capanno per dipingere in solitudine, usando i colori della Provenza e le due nature morte, “Natura morta: Fiasco, bicchiere e brocca” (c. 1877) e “Natura morta: piatto di pesche” (1879-1880) – messi a confronto con un altro paesaggio e al celebre “Uomo a braccia conserte” (c. 1899), prima opera di Cézanne acquisita dal Guggenheim nel 1954, che fece all’epoca molto scalpore per il prezzo pagato di 97mila dollari.
Thannhauser aveva collezionato varie opere di Edgar Degas, delle quali in mostra sono esposte tre splendide sculture in bronzo realizzate tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento: “Ballerina che incede con le braccia alzate”, “Danza spagnola” e “Donna seduta che si asciuga il fianco sinistro”. Dei primi anni del Novecento è un altro bellissimo bronzo: “Donna con granchio” di Aristide Maillol. Nel 1928 la galleria Thannhauser di Berlino aveva organizzato una grande retrospettiva di Paul Gauguin: a Milano arriva un suo meraviglioso paesaggio “Haere Mai” del 1891, dipinto a Tahiti, che riflette l’idealizzazione romantica di un paradiso puro che sedusse molti europei al finire dell’Ottocento.
Altro celebre artista collezionato da Thannhauser è stato Edouard Manet: “Davanti allo specchio” (1876) è uno dei dipinti più importanti della collezione dove il pittore ritrae una nota cortigiana, l’amante dell’erede al trono olandese, di spalle con il corsetto semiaperto; si tratta di un quadro molto intimo, dalle pennellate libere e sfumate che creano l’impressione di una immagine fugace. Accanto a questa troviamo “Donna con vestito a righe” (c. 1877-1880), all’epoca lasciata incompiuta da Manet e pesantemente alterata: a Milano è esposta dopo un accurato restauro concluso nel 2018 che ha rivelato le rapide pennellate dell’artista e una splendida stoffa blu-viola. Di Claude Monet è esposto il bellissimo paesaggio italiano, “Palazzo Ducale visto da San Giorgio Maggiore” (1908), donato al Guggenheim da Hilde Thannhauser.
Di Vincent van Gogh sono presenti tre opere: “Strada con sottopasso” (1887), profondamente influenzato da artisti francesi impressionisti e postimpressionisti e restaurato nel 2018 a cura del Guggenheim; “Paesaggio con la neve” (1888) e “Montagne a Saint-Rémy” (1889).
Un capitolo a parte meritano le opere di Pablo Picasso, grande amico di Justin Thannhauser: in mostra troviamo ben tredici opere, di cui dodici appartenuti ai Thannhauser e una, “Paesaggio a Céret” (1911), del Guggenheim; si va dal 1900 al 1965 con quadri straordinari: “Le Moulin de la Galette” e “Il picador” (1900); “Al Caffè” e “Il quattordici luglio” (1901), opere dipinte dall’artista ventenne nel corso del suo primo soggiorno a Parigi; “Fernande con una mantiglia nera” (c. 1905) di ispirazione fauvista; “Donna seduta” (1922) ispirata alla statuaria antica; la strepitosa “Donna dai capelli gialli” (1931), ritratto di Marie-Thérèse Walter, altro highlight della collezione che mostra un rinnovamento radicale nella pittura di Picasso; “Natura morta: fruttiera e brocca” (1937); “Natura morta: frutta e brocca” (1939); “Giardino a Vallauris” (1953); “Due colombe con le ali spiegate” (1960) e “Aragosta e gatto” (1965), che riporta un’affettuosa dedica dell’artista al suo amico collezionista: l’opera fu il regalo di nozze di Picasso ai coniugi Thannhauser.
Insieme alle magnifiche opere della collezione Thannhauser, la Guggenheim Foundation ha scelto, per arricchire maggiormente la mostra e dimostrare la profonda convergenza tra le due collezioni, di esporre alcuni altri prestigiosi lavori degli stessi celebri artisti o di altri grandi maestri.
A Milano sono dunque presentate: di Henri Rousseau “Artiglieri” (c. 1893-1895) e “I giocatori di football” (1908), già posseduto da Justin Thannhauser nel 1910 e poi venduto; di Georges Seurat tre magnifici quadri a tema rurale realizzati tra il 1882 e il 1883: “Contadine al lavoro”, “Contadino con zappa” e “Contadina seduta nell’erba”; di Robert Delaunay “La città” (1911), che fece parte della prima mostra del “Cavaliere azzurro” organizzata a Monaco da Thannhauser nel 1911-12; di André Derain “Ritratto di giovane uomo” (c. 1913-1914); di Juan Gris “Ciliegie” (1915); di Vasily Kandinsky, “Montagna blu” (1908-1909), quadro fondamentale nel percorso dell’artista, molto amato da Solomon R. Guggenheim che fu un grande collezionista di Kandinsky di cui il Museo possiede più di 150 opere; di Paul Klee – altro esponente del “Cavaliere azzurro”, di cui Thannhauser aveva organizzato nel 1911 a Monaco la prima mostra in Germania – “Aiuola” (1913) dove il soggetto naturalista viene dissimulato utilizzando forme frammentate dai colori dissonanti; di Franz Marc, altro artista del gruppo, “Mucca gialla” (1911); di Henri Matisse “Nudo, paesaggio assolato” (c. 1909-1912).
Se la collezione Thannhauser rappresenta dunque un gioiello per il Museo Guggenheim che, votato soprattutto all’arte astratta, all’inizio degli anni Sessanta contava su un piccolo numero di opere impressioniste e postimpressioniste, a sua volta il museo americano con questa mostra omaggia il grande collezionista tedesco portando in Europa opere di eccezionale qualità e di grande importanza nel percorso creativo di ciascun artista. Al Museo Guggenheim questa collezione viene ammirata ogni giorno da centinaia di americani e di turisti in visita nell’edificio-culto realizzato da Frank Lloyd Wright; a Milano per alcuni mesi queste opere straordinarie rendono nuovamente omaggio al ruolo di questa famiglia nella difesa e nella promozione degli artisti di avanguardia europei durante oltre mezzo secolo.
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