La Madonna Della Loggia di Sandro Botticelli dal 17 novembre a San Pietroburgo


Al museo statale Ermitage di San Pietroburgo dal 17 novembre 2019 al 16 febbraio 2020.


La Madonna Della Loggia, dipinto proveniente dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, eseguito del celebre Maestro del Rinascimento italiano Sandro Botticelli (1445-1510), viene esposta per la prima volta in Russia in tre esposizioni.

Le mostre, patrocinate e sostenute dall’Ambasciata d’Italia a Mosca, sono organizzate dalle Gallerie degli Uffizi, dalla Galleria Nazionale Primorye di Vladivostok, dal Museo Statale Ermitage, con MondoMostre e il supporto organizzativo di Roscongress.

Su iniziativa del Partner Generale del progetto, PAO Sberbank, anche le persone non vedenti e ipovedenti hanno accesso al capolavoro.

Come afferma l’Ambasciatore d’Italia a Mosca, Pasquale Terracciano: “L’esposizione della Madonna della Loggia di Sandro Botticelli, in occasione della prima partecipazione dell’Italia al Forum economico orientale di Vladivostok, costituisce una preziosa occasione per presentare la straordinaria bellezza dell’arte italiana nell’Estremo Oriente russo, dove in passato l’Ambasciata d’Italia a Mosca non aveva mai organizzato mostre con le eccellenze della nostra arte pittorica”.

Le prime tappe della mostra si sono svolte tra settembre ed inizio novembre 2019 all’Eastern Economic Forum all’Università di Vladivostok e presso la Galleria Nazionale Primorye di Vladivostok.

Dal 17 novembre la Madonna della Loggia sarà esposta all’Ermitage di San Pietroburgo nella sala di Leonardo da Vinci in assenza della Madonna Litta. Nell’anno delle celebrazioni di Leonardo l’Ermitage ha infatti prestato ai musei italiani per delle mostre temporanee entrambi i capolavori di Leonardo – Madonna Benois e Madonna Litta.

La Madonna della Loggia è un dipinto giovanile di Sandro Botticelli. La Madonna stringe a sé il Bambino, che allunga la manina per sfiorarle la gota. L’artista impiega un’antica iconografia bizantina nota come Glikophilousa. Si tratta dell’esempio più intensamente emotivo e intimo della rappresentazione della Madre di Dio. Nell’iconografia russa l’icona Theotokos di Vladimir (Madonna di Vladimir) ne è l’esempio più potente.  Botticelli esprime il naturale sentimento di una madre per il figlio in una composizione che emana un senso di tenera intimità: Maria appare pensosa, prefigurando il destino doloroso che attende il figlio. Le due figure sono inserite entro un’architettura rinascimentale aperta sul fondo, una loggia da cui il dipinto prende il titolo. L’opera, che in origine doveva essere inserita in una cornice a tabernacolo, era probabilmente un “colmo da camera”, ovvero un tipico oggetto destinato alla devozione privata.

Le opere giovanili di Botticelli coincidono cronologicamente con il rafforzarsi a Firenze della potente famiglia dei Medici. Il definitivo assestarsi dell’egemonia dei Medici e il mecenatismo di Cosimo il Vecchio e di Lorenzo il Magnifico coincidono storicamente con il momento di massimo splendore dell’arte fiorentina. Uno dei protagonisti di quella splendida stagione di mecenatismo fu Sandro Botticelli.

Già intorno alla metà del ‘400 i Medici risultavano in possesso di una importante raccolta di quadri, sculture e oggetti preziosi, così come registrano gli inventari.

Come sottolinea il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, “la ricchezza della famiglia fiorentina dei Medici, raggiunta all’inizio del Quattrocento dal capostipite Giovanni di Averardo detto Bicci (1360 – 1428) venne consolidata dal figlio Cosimo il Vecchio (1389 – 1464) attraverso una fitta rete di banche e di relazioni commerciali diffuse in tutta Europa. Questa eccezionale solidità economica, unita all’interesse per le arti e per le scienze e a una visione fluida del denaro come strumento di progresso e di impegno civile, divenne una delle spinte più forti alla nascita del collezionismo e alla gara di mecenatismo che si innescò nella Firenze del Quattrocento. Per uno spirito di emulazione, anche molte altre grandi famiglie della città si impegnarono in opere private e pubbliche, contribuendo a farne una delle meraviglie del Rinascimento”.

 

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