Gli operatori del settore stanno monitorando la situazione. E intanto si inizia a lavorare sul vaccino.
Da diversi giorni gli operatori del settore turistico – ricettività, trasporto aereo, intermediazione turistica – stanno gestendo con clienti e fornitori i flussi turistici da e per la Cina, individuando soluzioni mirate a ridurre i disagi e i conseguenti danni economici per i viaggiatori. Intanto il Ministero del turismo e della cultura cinese lunedì scorso ha esteso il perimetro delle misure di sicurezza che non si prescrive più solo a Hubei, bloccando tutti i viaggi organizzati dai turisti cinesi verso l’estero, come riporta Confturismo, che sta monitorando la situazione in collaborazione con l’organizzazione europea dei tour operator e agenzie di viaggio ECTAA. Secondo Confturismo, i danni economici per il settore Italia, dove al momento l’effetto è significativo anche se circoscritto, saranno calcolabili in relazione al blocco dei turisti cinesi in funzione della durata e degli effetti del virus.
I dati del turismo cinese in Italia
Il turismo cinese rappresenta un introito importante per il settore Italia. Gli ultimi dati annuali ISTAT, relativi al 2018, indicano gli arrivi cinesi nelle strutture ricettive italiane 3.200.847 con 5.287.714 presenze (numero di notti passate a destinazione), che rappresentano per gli arrivi il 2,5% sul totale e per le presenze l’1,2%.
Tutte le bufale sul virus cinese |
Sempre per l’anno 2018, secondo un’analisi per CST Confturismo-Confesercenti, i turisti cinesi si confermano in testa nella classifica top-spender del turismo italiano con 462 milioni di euro e una media di oltre 300 euro al giorno a testa e 1.400 euro a viaggio, quasi sempre per beni e servizi di lusso. Dati che dimostrano una garanzia per gli operatori del settore ricettivo italiano, ed un eventuale prorogarsi della diffusione del virus con conseguenti blocchi dei viaggi organizzati dai turisti cinesi potrebbe causare gravi perdite a livello economico.
In lavorazione del vaccino
E mentre le attività di monitoraggio e controllo da parte degli operatori turistici proseguono, si inizia anche a lavorare sul vaccino. Sono cinque le aziende nel mondo, tra cui una italiana, che stanno operando contro il coronavirus 2019-nCoV. Il materiale genetico è stato depositato nelle banche dati di GeneBank e Gisaid e questo consente a tutti i ricercatori di poter conoscere il virus anche senza averlo fisicamente a disposizione.
L’azienda di biotecnologie Takis di Roma sta lavorando al vaccino, che verrà costruito al computer sulla base di conoscenze genetiche e non secondo il metodo classico, come dichiara all’ANSA l’amministratore delegato Luigi Aurisicchio: “non potrà essere quello classico basato sul virus inattivato: dovrà essere un vaccino di tipo genetico, basato sull’informazione contenuta nel materiale genetico del virus”.
Il direttore dell’istituto americano per le malattie infettive dei National Institutes for Health, Anthony Fauci, dichiara che si tratta di un processo lungo e incerto, e che si sta procedendo considerando l’eventualità di uno scenario peggiore.
Riproduzione riservata.