Dalla quercia al fiume Lete, l’Italia di Dante a raccolta per il 2021


Per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri nel 2021, Franceschini e Poste Italiane lanciano il progetto per ricostruire l’Italia dei comuni: dalla quercia di San Brebino al fiume Lete di Pietravairano, fioccano proposte di iniziative in tutta la penisola.


La grande quercia sul delta del Po che secondo la leggenda aiutò il poeta Dante Alighieri a ritrovare la strada di casa, i luoghi del suo esilio dalla Toscana a tutto il centro nord della penisola, il castello che fu teatro dell’amore di Paolo e Francesca.

Chiamata a raccolta dal Comitato per le celebrazioni, con il sostegno dello Stato ma anche quello di Poste Italiane, l’Italia dei comuni si prepara a celebrare i 700 anni dalla morte di Dante, che ricorrono nel 2021. Ed è un profluvio di iniziative e di progetti, dai festival di lettura agli studi scientifici, dai parchi a tema alle mostre e agli itinerari di scoperta, persino i restauri. Tante idee per ritrovare i luoghi del sommo poeta, ma anche quelli in cui l’autore esiliato della Divina Commedia di fatto non mise mai piede, come il piccolo Pietravairano, 2.906 anime nel casertano, che pure ha voluto essere della partita presentando un progetto che invita “a riveder le stelle” dalle piazze del Sud (“Con Dante non c’entriamo niente, è vero” si sbraccia appassionata la rappresentante del comune “ma abbiamo il fiume Volturno nelle cui acque si bagna il Lete e la memoria vale per tutti…”).

Non poteva essere diversamente perché quello di Dante, sottolinea il presidente del Comitato Nazionale Carlo Ossola, è “davvero un centenario particolare”. Difficile limitarlo ad un luogo solo, con la fuga e l’esilio la geografia delle testimonianze si è ampliata, spiega il professore, e ci permette, anzi, “una rappresentazione molto più aderente alla realtà italiana”. Il progetto immaginato con Poste Italiane (Franceschini lanciò la proposta all’ad del Fante alla fine dello scorso ottobre in una affollatissima ed emozionata riunione di sindaci) punta proprio a questo: mettere insieme l’Italia dei comuni, dei centri piccoli e piccolissimi, i borghi, le frazioni. La sorpresa comunque è arrivata da basso, tanto che il Comitato per le celebrazioni ne è stato travolto: “Ci aspettavamo 50 domande di partecipazione, ne abbiamo ricevute addirittura 322 anche dall’estero”, racconta Ossola. Tanto che anche il budget iniziale si è dimostrato insufficiente perché la somma delle richieste “è di 11 volte superiore alle nostre disponibilità”.

Una montagna di proposte e di progetti, insomma, che ora, ad un anno dalla partenza, bisognerà capire se e come finanziare tutte. “Il progetto di Poste prevede di puntare su 70 comuni, ma potranno essere anche di più”, anticipa l’ad Matteo Del Fante. Che per il momento mantiene la riservatezza sull’ammontare del suo contributo, ma si dichiara pronto ad aperture. Tant’è, l’impegno globale dello Stato per le celebrazioni dantesche, chiarisce da parte sua Franceschini, è di due milioni di euro (uno aggiunto proprio con l’ultima finanziaria). Ma è certo che pure il Mibact metterà del suo e farà di tutto per trovare ulteriori risorse.

Un appello parte dritto al mondo delle imprese: “Poste contribuisce, gli altri facciano altrettanto”, rilancia Franceschini: “Non possono sottrarsi, tutti loro quando vanno all’estero lo fanno forti del prestigio dell’Italia”. Quasi una chiamata alle armi, quella del ministro, che tira in causa treni, aerei, tv: “Mi aspetto di vedere Dante dappertutto“, dice, mentre chiede alla Rai di produrre “qualcosa da far circolare anche fuori dall’Italia”.

Nella grande sala del Collegio Romano i sindaci applaudono. Ad ascoltare il ministro con l’ad di Poste e la presidente Bianca Maria Farina (“Ai piccoli comuni dedichiamo sempre un’attenzione particolare”) sono arrivati in 70, ognuno con la sua proposta. Impossibile dare spazio a tutti, l’organizzazione ne ha selezionati quattro. Uno dopo l’altro, emozionati, cercano di spiegare cosa immaginano di realizzare.

Con quello che resta della grande quercia di San Brebino, frazione di Ariano del Polesine, per esempio, si vorrebbe avviare uno studio sui cambiamenti climatici e in sua memoria (l’alberone è caduto nel 2013) si vorrebbe dare vita a un festival. La rocca di Gradara, ovvero il castello degli amanti Paolo e Francesca, vuole invece essere il punto di partenza per un lavoro interregionale tra Marche ed Emilia Romagna con un focus sulla figura di Francesca da Rimini e tre mostre a Urbino, Gradara e Rimini. Il comune di Mulazzo (Massa Carrara) immagina un parco a tema con tecnologie per coinvolgere i ragazzi “speciali”.

Anche chi non ha avuto un ruolo 700 anni fa oggi scalpita per esserci:”La nostra – spiega la delegata di Pietravairano – sarà una memoria interpretata. La Divina Commedia è memoria pure per noi”. Franceschini è d’accordo. A Roma, ricorda, saranno le Scuderie del Quirinale (che a marzo aprono le porte a Raffaello) ad accogliere la grande mostra nazionale. Nel nome di un Paese, sottolinea non a caso il ministro Pd, che di unità e di orgoglio “oggi ha molto bisogno”.

 

Fonte: Ansa

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