L’epidemiologo Pierluigi Lopalco sul vaccino contro il coronavirus: “La sperimentazione è una scommessa, se funziona si potrebbe produrre per l’inizio dell’anno prossimo”.
“La sperimentazione di un vaccino è una scommessa. Avere un prototipo funzionante prodotto su piccola scala a settembre sarebbe un grosso passo avanti, se questo vaccino funziona, e così si può sperare che per l’inizio del prossimo anno si potrebbe avviare eventualmente una produzione su larga scala”. Così Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell’Università di Pisa e coordinatore scientifico della task force pugliese per l’emergenza coronavirus, a 24 Mattino su Radio 24.
“In una situazione in cui turisti stranieri probabilmente non arriveranno e sarà limitato lo spostamento anche da regione a regione in Italia, se pensiamo a un turismo prettamente locale io credo che le spiagge potranno essere gestibili“, ha detto ancora Lopalco per il quale “l’importante è mantenere un po’ di distanza e non avere assembramenti. Poi, speriamo che per questa estate la situazione epidemiologica si sia tranquillizzata, ci sarà probabilmente anche l’estate in sé a rallentare la corsa del virus e stare in casa non sarà più così stringente e consigliato”.
Far ripartire il campionato? “Sicuramente gli stadi non si possono riempire e su questo non si discute: i grossi assembramenti saranno gli ultimi a ripartire. Una partita di calcio a porte chiuse? Bisognerebbe comunque garantire la salute dei giocatori e di tutto lo staff che ruota intorno a loro, ma la vedo difficile”.
Lopalco parla anche della Francia e della decisione di riaprire le scuole. “Non abbiamo termini di paragone e non sappiamo cosa succederà una volta riaperte le scuole in piena fase epidemica, perché di questo stiamo parlando: in questo momento la Francia si trova in fase epidemica” dice ancora”. “I rischi sono due: per gli insegnanti e per la diffusione del virus da scuola a casa. Questi sono rischi oggettivi, poi come maneggiare questo rischio dipende dallo Stato e dalla struttura sanitaria. Come minimizzare questo rischio? Non è semplicissimo: riducendo il numero di studenti in classe, aumentando i turni, scaglionando gli ingressi… Si tratta di ristrutturare completamente le procedure e i processi educativi”.
Fonte: Adnkronos
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