Ferrara, a Palazzo dei Diamanti in mostra “Un artista chiamato Banksy”


Fino al 27 settembre 2020 in mostra a Palazzo dei Diamanti di Ferrara le opere dell’artista che rappresenta la miglior evoluzione della Pop Art originaria. 


La forma dell’arte moderna sarà adeguata

al contenuto di verità dell’epoca.

(G.W.F. Hegel)

 

È in mostra fino al 27 settembre 2020 a Palazzo dei Diamanti di Ferrara ‘Un artista chiamato Banksy’, l’evento che riunisce oltre 100 opere e oggetti originali dell’artista britannico originario di Bristol. Considerato il più grande artista globale del nuovo millennio, Banksy rappresenta la miglior evoluzione della Pop Art originaria, in grado di connettere le radici del pop la cultura hip hop, il graffitismo anni Ottanta e i nuovi approcci del tempo digitale.

Il percorso espositivo mette in luce i 20 anni di attività dell’artista nelle diverse fasi, a partire dai primissimi dipinti, fino alle opere provenienti da Dismaland dello scorso anno. Uno stile semplice ma non banale, che esamina i temi del capitalismo, della guerra, del controllo sociale e della libertà, in iconografie apparentemente provocatrici ma con un forte significato che fa verso a importanti messaggi sociali, come in CCTV Britannia, spray su acciaio forato del 2009, che trasforma la lancia di una figura femminile che personifica la nazione inglese in un supporto per una telecamera a circuito chiuso, messaggio contro il controllo esercitato sugli spazi pubblici.

Tra i primi lavori di Banksy esposti alla mostra, la Cloud Dj, realizzato con spray e acrilici su tavola nel 1998-1999 sui muri di Bristol e documentato nel libro autopubblicato Banging Your Head Against a Brick Wall. C’è anche il Lab Rat, un altro dei primissimi lavori di Banksy, sempre realizzato a Bristol a mano libera con spray e acrilici, con la raffigurazione di un topo bersagliato, elemento fondativo della simbologia Banksyana.

Tra il 2002 e il 2009 pubblica 46 edizioni stampate, ovvero serigrafie, che riproducono alcune delle sue più importanti immagini, come Girl with Balloon (in evidenza), una delle immagini più popolari dell’artista, votata nel 2017 in un sondaggio promosso da Samsung come l’opera più amata dai britannici. L’artista realizza la serigrafia con la tecnica dello stencil, su un muro al lato di un ponte della zona di Southbank, a Londra.

Temi sociali incarnati all’interno delle opere, rinvenibili in Love Is in The Air, conosciuta anche con il nome di Flower Thrower (Lanciatore di Fiori), che appare nel 2003 come stencil a Gerusalemme su un muro costruito per separare isreaeliani e palestinesi nell’area della West Bank. In Love Is In The Air, Banksy rappresenta l’immaginario degli attivisti durante le rivolte universitarie negli Stati Uniti e in Gran Bretagna durante la guerra in Vietnam, ribaltando l’azione violenta del giovane militante collocandogli nella mano un mazzo di fiori.

Love is in the air (Flower Thrower), 2003, Collezione privata

Slogan militanti anche nell’opera Grannies, realizzato nel 2006 sotto forma di stencil su tela, raffigurante due nonne che lavorano a maglia sulle loro poltrone due pullover, sui quali sono contenute le parole “Punks not dead” (i punk non sono morti) e “Thug For Life” (delinquente a vita). I due soggetti hanno un’espressione compiaciuta, come se soddisfatte di partecipare a culture sovversive.

Nelle opere di Banksy si è soliti rinvenire figure raffiguranti topi, che di loro l’artista scrive: “Esistono senza permesso. Sono odiati, braccati e perseguitati. Vivono in una tranquilla disperazione tra la sporcizia. Eppure, sono capaci di mettere in ginocchio intere civiltà”. Banksy coglie un parallelismo tra la vita dei topi “braccati e perseguitati” e quella dello street artist. In Love Rat e Gangsta Rat, sono rappresentati rispettivamente due topi con un grande pennello in mano dopo aver disegnato un cuore e con un grande stereo portatile, tipico della cultura hip hop denominato “boom-box”.

Non solo consuetudini sociali ma anche dure critiche al ruolo della Religione nella storia. In Virgin Mary, Banksy riprende la Madonna col Bambino nello stile del Rinascimento, sottoponendola ad un “détournement”, un processo che consente di utilizzare immagini già cristallizzate della memoria, aggiungendone elementi per metterne in crisi il significato acquisito. Se, secondo la tesi maggioritaria, l’opera Virgin Mary rappresenta una critica al ruolo della religione, per altri è una critica al modo in cui vengono educati i figli.

Virgin Mari (Toxic Mary), 2003, Collezione privata

La critica è spesso incarnata nelle raffigurazioni di Banksy, come nei confronti della multinazionale dell’intrattenimento Disney, spesso bersaglio dell’artista per il suo mondo di coinvolgere l’infanzia in raffigurazioni surreali e fittizie. In Mickey Snake, una delle figure-installazioni realizzata nel 2015 con fibra di vetro, poliestere, resina, acrilici, presentata a Dismaland, viene raffigurato un serpente che ingoia Topolino.

Mickey Snake, 2015, Brandler Galleries

Il percorso espositivo termina con t-shirt dell’artista, collezioni di vinili e le banconote Banksy of England.

 

 

Organizzatori

Fondazione Ferrara Arte e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea in collaborazione con Associazione Culturale MetaMorfosi

 

A cura di

Stefano Antonelli, Gianluca Marziani e Acoris Andipa

 

Aperto tutti i giorni 11-21

Aperto anche 2 giugno e 15 agosto

 

Informazioni e prenotazioni

www.palazzodiamanti.it

diamanti@comune.fe.it

 

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