Pietra Parcellara e Pietra Perduca (Piacenza)

In Val Trebbia, la Pietra Parcellara e la Pietra Perduca sono mete di rude bellezza, collegate tra loro da un sentiero sul versante meridionale.
Sul confine dei comuni di Travo e Bobbio, la Pietra Parcellara si sporge bruscamente dalla collina, distinguendosi per morfologia e imponenza.
Ai piedi del masso roccioso, l’Oratorio della Madonna di Caravaggio inaugura il percorso che conduce alla cima, dalla quale si osserva il panorama morbido della vallata.

Simile per conformazione, la Pietra Perduca è nota per la chiesa eremitica e per le particolari vasche di tritoni scavate nella roccia. Il mistero che circonda uso e origine di queste strane fosse ha dato vita a numerose leggende e alla nomenclatura popolare di “letti dei santi”.

Da non perdere in zona, il Villaggio Neolitico di Travo, con insediamenti risalenti a 6000 anni fa, e le Cascate del Perino, spettacolare tuffo d’acqua del torrente in una gola di roccia calcarea che vale da solo un’escursione in questo angolo di Appennino Piacentino.

Groppo del Vescovo (Parma)

Sul confine tra Emilia e Toscana, diviso tra Berceto (PR) e Pontremoli (MS), si trova Groppo del Vescovo, formazione facilmente distinguibile, visibile sia dal crinale che dalle zone sottostanti, dove i detriti calcarei della montagna si sono depositati con il passare degli anni.

Il percorso più noto (della durata di 1 ora e 30 minuti circa), praticabile a piedi o in mountain bike, ha inizio dal Passo del Cirone e tocca Groppo del Vescovo, dove ci si può emozionare davanti al panorama che svela anche il Passo della Cisa.

Chi giunge da queste parti, non può assolutamente lasciarsi sfuggire l’occasione di effettuare una deviazione verso Sesta Inferiore, noto anche come il paese dipinto. È un vero e proprio museo all’aperto tra le cime appenniniche e il torrente Parma, che l’artista Walter Madoi ha eletto a tela diffusa per la realizzazione delle sue opere sui muri esterni delle abitazioni e di uno strabordante ciclo della Crocifissione, concentrato nella chiesa del borgo.

 

Pietra di Bismantova (Reggio Emilia)

Sull’altopiano dell’Appennino Reggiano, si erge solitaria la Pietra di Bismantova: non è difficile credere che Dante sia stato ispirato dalla vertiginosa visione dal basso delle sue pareti per la descrizione del Monte del Purgatorio.

Sono da sempre numerosi gli appassionati di arrampicata e di escursioni che visitano questo luogo così possente: il percorso verso la cima è facilmente accessibile, grazie al sentiero in terra battuta e una pendenza costante che rendono l’ascesa piacevole.

Durante il tragitto, è possibile osservare da vicino una flora caratteristica fatta di arbusti e zone boschive che proseguono fino alla cima.
Giunti in vetta, si profilano all’orizzonte alcune delle più importanti cime dell’Appennino Tosco-Emiliano, come i monti Cimone, Ventasso, Cusna e l’Alpe di Succiso.

Da non perdere, proprio ai piedi della Pietra, incastonato nella roccia l’Eremo di Bismantova, costruito nel XVII secolo, già custodito dai Benedettini, ora santuario mariano diocesano, dove nella sagrestia sono conservati affreschi risalenti al XV secolo, fra questi si trova la Madonna di Bismantova a cui l’Eremo è dedicato.

Attorno a Castelnovo ne’ Monti si possono incontrare diversi caseifici del prelibato Parmigiano Reggiano di Montagna.

Fonte: https://www.travelemiliaromagna.it