Non c’è posto in Italia come il Chianti per trascorrere una vacanza rilassante. I paesaggi, la natura invitano i visitatori a lasciare andare le preoccupazioni, per godere del profumo della campagna, del sapore robusto dei vini. Tra Siena e Firenze i colli toscani sono disseminati di castelli, abbazie e borghi, che conservano ancora il loro aspetto medioevale. Tutti vicini tra loro, da scoprire uno dopo l’altro in un fine settimana o da assaporare lentamente in un viaggio più lungo: sono Gaiole, Volpaia, Radda, Castellina, San Gusmè.
È incredibile come questa gente si sia costruita i suoi paesaggi rurali come se non avesse altra preoccupazione che la bellezza.
Henri Desplanques
Sono due le città toscane tra le più note in Italia e nel mondo: una è Firenze, patria di ingegni altissimi come Dante Alighieri e Leonardo da Vinci; l’altra è Siena, la città rossa delle contrade e del palio. Nel mezzo, ci sono i territori che a lungo le due città si sono contese, per la bellezza dei paesaggi e la ricchezza che questi portavano. Sono le verdi terre del Chianti, regione storica della Toscana diventata famosa per il vino a cui dà il nome, ma che ha da trasmettere molto di più di un’enogastronomia impeccabile. Come i paesaggi straordinari: quel susseguirsi di colline dai profili dolcissimi, i campi geometrici scanditi da filari di vite ordinati, le strade che prima si aprono sugli spazi più vasti e poi si inerpicano tra i boschi fitti, che nascondono pievi segrete, antichi castelli, monasteri.
Un viaggio in Chianti è un viaggio nel tempo, al cospetto di una natura testimone della storia che invita a inspirare a fondo, rilassarsi, lasciarsi andare.
Venti minuti d’auto è il tempo medio che separa i borghi tra loro, vicini l’uno all’altro come per abbracciarsi. Per questo, non è importante da dove si inizia la scoperta del Chianti: il viaggio riserverà comunque delle sorprese.
Gaiole in Chianti
La storica Lega del Chianti era formata da tre paesi: Gaiole, Radda e Castellina. Era nata nel 1384 con l’obiettivo di amministrare e difendere dagli attacchi esterni la Repubblica fiorentina. Il suo stemma, un gallo nero su fondo oro.
Ancora oggi il Gallo è simbolo della regione del Chianti Classico ed è lui ad accogliere i visitatori all’entrata di Gaiole: un’imponente scultura in ferro battuto, opera dell’artista Fabio Zacchei. Il gallo è solo la prima delle molte installazioni che si incontrano percorrendo il centro storico del paese, un benvenuto artistico ai turisti che sembra voler introdurre la bellezza e la cultura che identificano queste terre.
Il torrente Massellone, un tempo punto di incontro e di scambi commerciali tra gli abitanti dei castelli vicini, oggi taglia in due il paese, a dividere i pochi edifici storici sopravvissuti ai conflitti tra Firenze e Siena dalla parte più moderna, in cui fanno capolino edifici di epoca fascista. Dell’antica città-mercato resta la piazza, di forma triangolare, oggi contornata da bar e ristoranti ma ancora punto di riferimento per gli abitanti del posto.
Dall’altra parte del torrente sorge la chiesa di San Sigismondo, simile a molte chiese antiche della regione del Chianti, ma non lasciatevi ingannare: in realtà l’edificio è l’effetto di un’abile restaurazione, realizzata nei recenti anni ’50 con la pietra tipica che caratterizza le costruzioni storiche.
Come la chiesa, l’intera cittadina dà l’impressione generale di essere stata costruita con sapienza e attenzione per richiamare un passato inesorabilmente perduto. Il risultato è un paese grazioso che mescola modernità e storia,dall’equilibrio composto.
Per la posizione strategica nel cuore del Chianti, però, Gaiole può essere una buona base per visitare i numerosi castelli e abbazie dei dintorni, come il Castello di Brolio, il Castello di Meleto e la Badia a Coltibuono.
Gaiole è anche una meta imprescindibile per gli amanti del ciclismo: è qui infatti il punto di partenza dell’Eroica, la manifestazione cicloturistica con bici da corsa d’epoca che si svolge tutti gli anni la prima domenica di ottobre.
Se volete fermarvi a mangiare vicino a Gaiole, un posto suggestivo è sicuramente l’abbazia di San Lorenzo a Coltibuono, oggi comunemente nota come Badia a Coltibuono: un complesso risalente all’XI secolo e oggi adibita ad agriturismo, che comprende la chiesa, il monastero e il giardino. Per arrivarci si percorre un sentiero in salita immerso nel verde che si arrampica sempre più in alto fino a spalancarsi, all’improvviso, sul colle dell’abbazia. Merita una visita anche se si è a stomaco pieno: la chiesa abbaziale è accessibile a tutti, e si può godere di una vista panoramica impressionante sulla vallata. Sono disponibili anche visite guidate con degustazione di vini, ma soltanto nel pomeriggio. Chi viene in macchina può servirsi di un comodo parcheggio adiacente alla struttura.
All’inizio della salita che porta all’abbazia c’è la bottega di Coltibuono, dove è possibile acquistare i prodotti della badia: olio, miele, ceramiche e, ovviamente, vino.
In direzione opposta rispetto alla Badia, ma sempre a pochi chilometri da Gaiole, si incontra il Castello di Meleto, che nelle prime testimonianze dell’XI secolo risultava essere proprio un possedimento dell’abbazia. Un’oasi di pace e tranquillità, che fa capire perché molte coppie scelgano questo posto per celebrare il proprio matrimonio. Oggi il Castello è sede di un’azienda agricola e si può visitare con un tour guidato.
Nel tour dei castelli vicino a Gaiole non può mancare il castello di Brolio, un tassello autentico di storia della Toscana. Appartiene ai Ricasoli da 32 generazioni, e non è solo la sua lunga storia a renderlo così interessante, né soltanto l’architettura, che pure è notevole: una cinta muraria lunga oltre 250 metri con bastioni a pianta pentagonale, al cui centro sorge l’iconico palazzo baronale in mattoni rossi e dai profili merlati, fatto costruire dal “Barone di Ferro” Bettino Ricasoli nel 1860 sui locali preesistenti, risalenti almeno all’XI secolo. A rendere il castello pressoché leggendario è stato proprio Bettino Ricasoli, che ebbe il merito di inventare la formula del Chianti Classico ancora in uso ai giorni nostri.
Fate attenzione agli orari per evitare delusioni: il castello chiude, a seconda dei periodi, tra le 17 e le 19, e l’ultimo ingresso ammesso è a un’ora dalla chiusura. Con il biglietto da 5 € è possibile visitare senza guida i giardini, la cappella e la cripta di famiglia; con 8 € a persona invece una guida vi accompagnerà alla scoperta della Collezione e dell’Armeria Dinastica Ricasoli. È comunque opportuno prenotare o richiedere informazioni perché le visite vengono offerte in base alla disponibilità. Ci sono due parcheggi vicini al castello: uno a pochi metri dalla biglietteria ai piedi delle mura, l’altro a circa 600 metri di distanza, accanto all’Osteria di Brolio: fermandovi qui potrete godervi lentamente l’avvicinamento al castello, nel mezzo della frescura del bosco e dei rumori della natura.
San Gusmè
Quattro case, una croce di strade, San Gusmè: protetto da un cerchio di mura, che a un tratto si apre in una porta ad arco che indica l’accesso al borgo. È una piccola gemma incastonata in un mare d’erba color smeraldo: le valli del Chianti, tutt’intorno, che si estendono a perdita d’occhio. Il borgo ha trattenuto tutto il fascino di un altro tempo, un Medioevo che qui acquista i toni del mito. Un profumo di sugo di cinghiale, funghi e ribollita richiama i visitatori dalla trattoria all’entrata del paese. Qui potrete fermarvi per cena o per un aperitivo, rilassarvi guardando la sera che scende sulle finestre ornate di fiori e i bambini che per i vicoli giocano a nascondino.
Tutto comunica serenità e pace. Il campanile della Chiesa della S.S. Annunziata si slancia verso il cielo come a divincolarsi dalle strade strette in cui è racchiuso. Più avanti, accanto alla Porta Nuova, si incontra la Chiesa dei santi Cosma e Damiano, patroni del paese: e proprio dal nome di san Cosma deriva, probabilmente, il nome San Gusmè.
Vicino alla porta principale si trova un’attrazione curiosa: è la statuetta di un contadino accovacciato, col cappello in mano, ad espletare le sue funzioni quotidiane. Per rendere tutto più divertente, il curioso personaggio è stato collocato sopra una fontana e gli è stato attribuito un nome che rispecchia la goliardia toscana: Luca Cava (secondo la pronuncia del posto, luca’ava). Alcuni dicono che un tempo la statuetta segnalasse la presenza del bagno agli avventori analfabeti di un’osteria del paese; altri raccontano che “il Luca” era stato creato da un sangusmeino che sfruttava i bisogni dei compaesani per fertilizzare i propri orti. Comunque siano andati i fatti, Luca Cava è diventato un simbolo del paese e a lui è dedicata anche una festa che si svolge tutti gli anni a inizio settembre.
Un ampio parcheggio gratuito è disponibile ai piedi del paese.
Radda in Chianti
Il cuore di Radda è piazza Ferrucci, intitolata al condottiero che nel 1526, per volontà di Firenze, fu nominato podestà di Radda per raffozzarne la posizione. Nella piazza si trova il Palazzo del Podestà (oggi sede del Comune) adornato di stemmi, a testimonianza di una potenza antica, quando la cittadina guidava la Lega del Chianti e ne era il capoluogo. In cima a una scalinata si affaccia sul Palazzo la Propositura di San Niccolò, chiesa di origini duecentesche, gravemente danneggiata nella Seconda guerra mondiale e ristrutturata da Carlo Coppedè.
Volpaia
Una stradina, fiancheggiata da un lato da una siepe e dall’altro lato da un muretto basso, immette direttamente nella piazza del paese, e in un altro mondo. A sorvegliare la piazza e l’ingresso del borgo si erge il Castello di Volpaia, oggi trasformato in un wine shop: qui potrete prenotare una visita guidata alle cantine, che vi condurrà alla scoperta della Volpaia sotterranea, sorprendente quanto quella in superficie. Un “vinodotto” collega tutti gli edifici e gli abitanti del borgo, nell’obiettivo condiviso della produzione del vino. Di fronte al Castello si incontra la Chiesa di San Lorenzo e, più avanti, la Commenda di Sant’Eufrosino, bellissima chiesa-torre che si staglia isolata sullo sfondo delle colline del Chianti.
Volpaia è il posto ideale dove concedersi un buon pasto e una pigra passeggiata nel primo pomeriggio. Consigliato per rifocillarsi, a qualunque ora, è il Bar Ucci, nella piazza del Castello: anche se ci arriverete nel primo pomeriggio, affamati dopo una mattinata di escursioni e scarpinate, qui troverete un piatto caldo e un buon vino ad aspettarvi; il prezzo contenuto e l’allegria della proprietaria Paola faranno il resto. Da provare le tagliatelle ai porcini e tartufo e la mousse al vinsanto con cantucci sbriciolati: l’essenza della “toscanità” culinaria in un piatto!
Castellina in Chianti
Ma c’è un altro modo di esplorare Castellina in Chianti, ed è inoltrarsi in Via delle Volte, il camminamento coperto che segue le mura medioevali del paese: un lungo tunnel dove si affiancano negozi, ristoranti e atelier, un mondo sommerso che offre riparo dalla calura estiva e scorci imprevisti sulla campagna del Chianti attraverso finestrelle e feritoie. Un continuo viavai di persone crea un’atmosfera vivace e amichevole, come di festa perenne.
Informazioni utili: c’è un parcheggio a pagamento all’entrata di Castellina, dista circa dieci minuti a piedi dal paese ma è consigliabile servirsene perché è molto difficile trovare parcheggio altrove.
Qualche consiglio
- Come muoversi. I mezzi pubblici tra i borghi del Chianti sono pressoché assenti: si consiglia perciò di viaggiare in macchina o in moto. Potreste anche noleggiare una bici, ma attenzione: le strade sterrate e le molte salite rendono i percorsi adatti solo a ciclisti esperti. In alternativa, potete provare a noleggiare una bicicletta a pedalata assistita.
- Quando andare. È sempre il momento giusto per visitare il Chianti! Il periodo migliore, forse, è l’autunno, quando le colline si colorano di giallo e di rosso, le temperature sono miti e i prezzi degli alloggi più bassi. È però l’estate la stagione più vivace, quando tutti i paesi si animano con feste ed eventi legati alle tradizioni e all’enogastronomia locale.
- Dove dormire. Il Chianti è ricco di agriturismi e b&b dove pernottare. Due posti da sogno: Rocca di Castagnoli, un hotel-borgo arroccato su un colle che offre una vista vertiginosa sul Chianti, e Villa Vistarenni, sontuosa dimora storica del ‘600. Entrambi gli alloggi offrono degustazioni di vini e visite guidate alle proprie cantine.
- Il Chianti non è certo noto per la sua movida: è la destinazione di chi vuole rigenerarsi completamente a contatto con la natura, senza rinunciare alla cultura e alla storia. Ci sono però molte attività che si possono svolgere per vivacizzare le giornate: relax non è sinonimo di noia!
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