La Capitale Italiana della Cultura apre importanti esposizioni dedicate a Luigi Magnani, AntonioLigabue, Correggio in meravigliosi palazzi storici.
A Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020+2021, l’autunno si apre all’insegna delle mostre di grandi maestri della storia dell’arte. Esposizioni e meraviglie che si possono raggiungere, magari in bicicletta, dagli alberghi di INC Hotels Group, catena alberghiera family & pet friendly, che per gli amanti dell’arte e della cultura riserva opportunità speciali.
Dal 12 settembre al 13 dicembre 2020, la Fondazione Magnani-Rocca, con la mostra “L’ultimo romantico”, propone un ricco omaggio espositivo al suo fondatore Luigi Magnani, uno dei massimi collezionisti di opere d’arte al mondo, nella splendida Villa dei Capolavori, la sua dimora museo a Mamiano di Traversetolo, a 20 km dalla città, in cui ammirare arredi unici e dipinti di importanti artisti come Morandi, Rembrandt, Canova, Van Dick, Rubens, Goya, Tiziano, Cezanne e Monet.
La mostra, con oltre cento magnifiche opere provenienti da celebri musei e prestigiose collezioni, intende raccontare nei saloni destinati alle mostre temporanee – in parallelo alla sua raccolta d’arte permanente – la figura di Luigi Magnani, che amava il dialogo tra la pittura, la musica, la letteratura, attraverso i suoi interessi e le personalità che frequentò.
Dal 17 settembre 2020 al 30 maggio 2021, all’interno del nuovo spazio espositivo del cinquecentesco Palazzo Tarasconi si possono ammirare le opere della mostra dedicata ad Antonio Ligabue, uno degli artisti più ecclettici del Novecento italiano. In esposizione, 83 dipinti e 4 sculture di Ligabue, capaci di analizzare i temi che più hanno caratterizzato il suo percorso artistico, dagli autoritratti, ai paesaggi, agli animali selvaggi e domestici.
Di assoluto rilievo nel complesso monumentale della Pilotta, la rassegna “L’Ottocento e il mito di Correggio”, in mostra dal 3 ottobre 2020 al 3 ottobre 2021. Un confronto tra i capolavori dell’artista, tra cui “La Madonna con la scodella” e la “Madonna di San Girolamo”, oltre alle due tele provenienti dalla Cappella del Bono, che con il Secondo Trattato di Parigi nel 1815 vennero restituiti a Parma dal Louvre, con il meglio della produzione artistica ottocentesca del Ducato. Ad unire il grande maestro rinascimentale e i capolavori ottocenteschi è Paolo Toschi, incisore raffinato fortemente sostenuto da Maria Luigia d’Asburgo Duchessa di Parma, che grazie alle incisioni su rame diffuse l’opera di Correggio in tutta Europa, contribuendo alla fama del maestro e della città.
Fino all’8 dicembre 2020, c’è la mostra “Hospitale – Il futuro della memoria”, la più grande installazione di Parma 2020+21, che ha come protagonista l’Ospedale Vecchio, uno dei complessi monumentali più importanti di Parma posto nel quartiere bohémienne dell’Oltretorrente. Edificio simbolo della storia ospedaliera della città e dei servizi umanitari dispensati dal XV secolo fino al 1926. L’installazione racconta, attraverso gli archivi testuali e fotografici della città e con innovative tecnologie, la storia dell’Hospitale nato dalle acque – i suoi canali, i mulini, le alluvioni – per accogliere i malati, poveri, orfani, famiglie in difficoltà, pellegrini che transitavano per la via Emilia e la via Francigena. Un percorso sulla la vita e la morte nell’ospedale, sul lavoro di medici, religiosi, balie, farmacisti, sugli artisti, gli umanisti e gli uomini illuminati che lo sostennero.
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