Dimore storiche, nasce l’Osservatorio del Patrimonio culturale privato


Dalla collaborazione tra l’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI) e la Fondazione Bruno Visentini nasce l’Osservatorio del Patrimonio culturale privato Franceschini, che fotografa lo stato del settore in Italia. Franceschini:  “Patrimonio culturale importante, basta distinzioni tra pubblico e privato”.


Ville, masserie, castelli, palazzi nobiliari: sono oltre 9.400 in Italia le dimore storiche, un patrimonio privato che ogni anno accoglie 45 milioni di visitatori contro i 49 dei musei pubblici. A tracciare la fotografia del settore è uno studio condotto dall’Osservatorio del Patrimonio culturale privato, nato dalla collaborazione fra l’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI) e la Fondazione Bruno Visentini, con il coinvolgimento di Confagricoltura e Confedilizia, e grazie al supporto di Banca Consulia, presentato ieri 13 ottobre al ministero dei beni culturali e turismo.

Dal ministro Franceschini un videomessaggio: “È doveroso superare ogni distinzione tra patrimonio culturale pubblico e privato”, ha detto, ” insieme costituiscono la nostra identità e contribuiscono all’attrattività del Paese”. Il settore delle dimore storiche, sottolineano dall’Osservatorio, “è da sempre anche un volano per l’economia dei territori, in particolare al di fuori dei grandi centri abitati”. Il 54 per cento di questi immobili, si precisa infatti nel rapporto, si trova in Comuni con meno di 20.000 abitanti e, nel 29% dei casi, addirittura sotto i 5.000 residenti. “Secondo le stime più prudenziali, ogni euro investito nelle dimore storiche determina benefici almeno doppi per l’economia dei luoghi nei quali sorgono”, fa notare il presidente dell’Adsi Giacomo di Thiene. Anche qui però la pandemia ha avuto risvolti pesanti: per quelle dimore che contano almeno una attività produttiva al loro interno, stimano i ricercatori, “la perdita economica si aggira intorno agli 1,8 miliardi di euro, con circa 30.000 posti di lavoro a rischio”.

Il settore più colpito è quello vitivinicolo (con perdite di circa un miliardo di euro), seguito da quello degli eventi (meno 278 milioni di euro) e dalle visite guidate (meno 268 milioni di euro). Dati, viene sottolineato, che non comprendono le perdite dell’indotto. Il neonato Osservatorio punta quindi ad “aiutare le istituzioni a comprendere cosa potrebbe significare dal punto di vista culturale, sociale ed anche economico una concreta politica su questo patrimonio”.

Una sezione dello studio è dedicata alle proposte di misure normative e fiscali a sostegno di questo patrimonio. Franceschini è solidale: “gli stranieri che vengono in Italia vogliono vivere un’autentica esperienza di vita, immergersi nelle nostre abitudini e consuetudini. Per questo è importante conservare al meglio le dimore storiche e custodirne la vitalità. Il ministero sarà con voi”.

 

 

 

 

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