Presentato l’Osservatorio del Patrimonio Culturale privato Italiano


Uno degli obiettivi principali perseguiti dall’Osservatorio è quello di aiutare le istituzioni a comprendere il ruolo economico, sociale e culturale che rivestono in Italia le dimore private, in grado di incrementare il flusso della domanda turistica in realtà meno note come i piccoli Comuni e borghi. 


Ville, masserie, castelli, rocche, ma anche parchi, giardini privati e tenute agricole. Rappresentano un patrimonio culturale privato che ogni anno contano di ben 45 milioni di visitatori, un numero importante se si tiene conto dei 49 milioni nei musei pubblici.

Un polo di attrazione turistica in grado di garantire flussi della domanda e una risorsa per l’economia dei territori.

Per tali motivi, è stato presentato l’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato nel Salone Spadolini presso il Mibact, nato dalla collaborazione fra l’Associazione Dimore Storiche Italiane, la Fondazione Bruno Visentini e il coinvolgimento di Confagricoltura, Confedilizia e il supporto di Banca d’Italia.

L’Osservatorio rappresenta una fonte di riferimento del patrimonio culturale privato in Italia, che definisce il ruolo economico e culturale degli immobili privati di interesse storico artistico e supporta le istituzioni nell’adozione di politiche in grado di far concorrere il patrimonio privato al turismo.

Dai dati che emergono dall’Osservatorio, risulta che il patrimonio privato in Italia hanno rappresentano un ottimo potenziale per l’economia turistica del Paese. Con 9.400 dimore, sono 45 milioni i visitatori, circa 4.700 l’una di media. 

Dallo studio è inoltre emerso che almeno la metà delle dimore prese in esame si trovano in piccoli Comuni o in borghi rurali nelle aree interne del Paese, dove attività agricola e ricettività turistica legata alla filiera agroalimentare costituiscono le principali realtà economiche per lo sviluppo del territorio. Il 54% delle dimore è infatti situato in piccoli Comuni sotto i 20.000 abitanti, di cui il 29% in Comuni con meno di 5.000 abitanti molti dei quali in aree interne del paese.

Un dato importante, se si considera il ruolo che possono garantire le dimore storiche in realtà meno avvantaggiate dal punto di vista turistico come i comuni e piccoli borghi situati in aree interne e meno conosciute del Paese, e che quindi possono divenire un luogo di interconnessione tra il turismo e il mondo della cultura e dell’artigianato.

Un altro aspetto importante che emerge dall’Osservatorio è che la pandemia, con il cambiamento delle abitudini quotidiane che ha portato anche ad un nuovo modo di vivere il turismo in Italia, ossia quello di prossimità con destinazioni e mete prevalentemente nazionali, potrebbe essere l’acceleratore di un ritorno alla vita fuori città alla scoperta di luoghi e piccole realtà inedite.

L’obiettivo principale perseguito dall’Osservatorio sul Patrimonio Culturale in Italia è quello di aiutare le istituzioni a comprendere il ruolo culturale economico e sociale che possono rivestire il patrimonio delle dimore private, che potrebbero essere in grado di creare nuove prospettive e un nuovo modo di fare turismo, tenendo in considerazione anche agli aspetti finanziari necessari per la manutenzione del patrimonio e alle eventuali carenze normative e fiscali del settore.

Connessione diretta tra gestione degli immobili storici, sviluppo economico delle aree di riferimento e positivo impatto sull’ambiente circostante è quindi uno degli obiettivi principali dello studio.

 

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Un superbonus anche per gli alberghi

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