Il Rinascimento in Umbria, da Città di Castello a Terni


L’arte rinascimentale in Umbria non è solo il Divin Pittore: ecco un itinerario che attraversa la Regione da nord a sud, da Città di Castello a Terni, alla scoperta delle opere di alcuni degli artisti che si sono contesi la scena artistica umbra tra il Quattrocento e il Cinquecento.


Iniziamo con uno dei maggiori interpreti della pittura del Rinascimento: a Città di Castello operò infatti alla fine del Quattrocento Luca d’Egidio di Ventura, meglio conosciuto come Luca Signorelli. Alcune delle opere più conosciute del maestro aretino gli furono commissionate proprio qui, per poi essere esposte nei musei internazionali a Londra e Parigi; un autentico capolavoro come il Martirio di San Sebastiano (1498) è invece ancora conservato nella Pinacoteca Comunale della città.

Dopo aver visitato l’importante centro dell’Alta valle del Tevere inizia a spostarti verso sud: prima di giungere a Perugia però, consigliamo una visita al piccolo borgo di Montone, conosciuto soprattutto per il legame con il suo più illustre cittadino, il capitano di ventura Andrea “Braccio” Fortebraccio. La rocca del paese, fatta restaurare proprio dal Fortebraccio, fu immortalata quasi mezzo secolo dopo dal pittore e miniatore perugino Bartolomeo Caporali (al tempo molto attivo in tutta l’Umbria, lo rincontreremo lungo il nostro viaggio) nel gonfalone della Madonna della Misericordia (1482), tema ricorrente in Umbria per richiedere la protezione divina negli anni della peste. Un altro Fortebracci, il figlio Carlo, commissionò invece al Caporali un Sant’Antonio di Padova tra quattro angeli, San Giovanni Battista, l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo (1491), come decorazione per un altare votivo. Entrambe le opere sono in mostra nel borgo, al Museo Civico di San Francesco.

Rimaniamo in tema di musei e passiamo a quello che è senza dubbio il più importante della Regione: la Galleria Nazionale dell’Umbria, ai piani superiori di Palazzo dei Priori, a Perugia. Qui è in esposizione la summa dell’arte in Umbria, con opere di tutti i maggiori artisti che hanno transitato nella Regione. Per riassumere tutto ciò che di meglio è possibile ammirare nel museo, basti nominare una sola opera, cui lavorarono maestri del calibro del Perugino, del Pinturicchio, del Caporali (per le decorazioni), di Piermatteo d’Amelia, di Benedetto Bonfigli: le Storie di San Bernardino (1473), otto tavole commissionate dall’ordine francescano per l’Oratorio di San Bernardino, situato accanto alla Chiesa di San Francesco al Prato. Originariamente in una cappella della stessa Basilica, e ora in parte conservata alla Galleria Nazionale, era anche la Deposizione di Cristo o Pala Baglioni (1507), con cui Raffaello Sanzio, allievo del Perugino, nell’episodio evangelico immortalò uno dei fatti di sangue più conosciuti della faida tra le famiglie che tra Quattrocento e Cinquecento di fatto si dividevano il controllo della città, i Baglioni e gli Oddi. Commissionata da questi ultimi allo stesso Raffaello era anche una precedente pala d’altare di San Francesco al Prato, la Pala degli Oddi (1502), ora esposta a Londra.

Bastano questi pochi cenni per capire come Perugia fosse una città molto vivace dal punto di vista artistico, con chiese, famiglie, ordini religiosi a fare a gara per assicurarsi i migliori Maestri dell’epoca. Lo stesso si può dire però di pressoché tutti i centri, piccoli o grandi, della Regione. Se non ci credi, continua il tuo viaggio verso sud e raggiungi Deruta, tra i Borghi più belli d’Italia e famosa per le sue ceramiche: una delle cappelle della Chiesa di Sant’Antonio, così come la piccola Edicola nella vicina località di Fanciullata, sono state infatti riccamente decorate dal Caporali, rispettivamente tra il 1459 e il 1480.

A questo punto, continua a seguire la strada verso sud, per raggiungere prima Todi, dove è conservata la splendida Incoronazione della Vergine (1511) dello Spagna, e poi Orvieto, il cui Duomo vide all’opera tre dei maggiori interpreti del Rinascimento italiano. Il ciclo di affreschi delle Storie degli ultimi giorni, nella splendida Cappella di San Brizio, venne infatti commissionato nel 1447 a due artisti del calibro del Beato Angelico e di Benozzo Gozzoli; cinquant’anni dopo, la decorazione venne infine completata da un altro maestro di primo livello come il Signorelli.

Visitata Orvieto, continuiamo ad addentrarci nella provincia di Terni ed avviciniamoci al capoluogo: la prossima tappa del tragitto è Amelia, tra i più antichi centri italici e luogo di nascita di uno dei più attivi pittori della seconda metà del Quattrocento, Piermatteo di Manfredi detto Piermatteo d’Amelia. Dopo aver mosso i primi passi nella bottega del Maestro Filippo Lippi (ad esempio nella realizzazione degli affreschi dell’abside del Duomo di Spoleto), il pittore amerino divenne celebre per aver portato a compimento il cielo stellato che costitutiva la prima decorazione della volta della Cappella Sistina, a Roma, prima che problemi strutturali ne richiedessero il restauro e una nuova decorazione (per mano di Michelangelo). Delle sue opere, custodite nei musei tutto il mondo (in particolare una Annunciazione, a Boston), il Museo Civico di Amelia ospita solo un Sant’Antonio Abate in Trono (1475).

Ritroviamo la sua mano a Narni, in una Madonna col Bambino e le sante Lucia e Apollonia (1482), nella Chiesa di Sant’Agostino, mentre fedeli e visitatori della Chiesa di San Domenico possono godere della vista di una (sfortunatamente danneggiata) Annunciazione, opera del 1449 di Benozzo Gozzoli.

Stiamo per giungere alla fine di questo viaggio tra le opere del Rinascimento umbro: la nostra ultima tappa è la vicina Terni, insieme città dell’industria e dell’amore, ma anche dell’arte: il primo piano del Museo CAOS (Centro Arti Opificio Siri, noto per la sua ricca collezione di opere moderne e contemporanee) è infatti dedicato a lavori risalenti ai secoli tra il Trecento e l’Ottocento. Tra questi, uno Sposalizio mistico di santa Caterina e santi (1466) di Benozzo Gozzoli e una pala d’altare, il Polittico dei francescani, realizzata tra il 1445 e il 1448 da Piermatteo d’Amelia per la Chiesa di San Francesco.

Lungo questo itinerario abbiamo incontrato alcuni dei discepoli del Perugino: se vuoi approfondire il tuo viaggio in Umbria all’insegna delle opere del Perugino e della sua bottega, torna sui tuoi passi e dirigiti verso Città della Pieve, sua città natale, alla scoperta dei luoghi più legati alla vita e all’opera di Pietro di Cristoforo Vannucci, il Divin Pittore.

Fonte: Umbria Tourism

 

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