Il mondo dei morti secondo gli Etruschi: le necropoli di Cerveteri e Tarquinia


Le necropoli degli Etruschi ci dicono molto della concezione dell’Aldilà ma anche di molti aspetti della vita quotidiana di questo popolo misterioso. Scopriamo le necropoli di Cerveteri e Tarquinia, Patrimonio Mondiale UNESCO a due passi da Roma.


Laggiù la morte è gentile, presente in veste di regina della festa.

Ernst Jünger

Le necropoli, le antiche città dei morti, sono la testimonianza di come le popolazioni di un tempo consideravano i loro defunti e delle loro credenze sull’Aldilà. Le tombe erano costruite spesso come delle vere e proprie abitazioni che contenevano tutti gli oggetti cari al defunto, che lo avrebbero accompagnato nel suo viaggio eterno. Le necropoli di Cerveteri e Tarquinia sono inserite sin dal 2004 nella lista Patrimonio Mondiale UNESCO per il loro valore storico e per il fascino che questo luogo riesce ancora a trasmettere a coloro che le visitano.

Queste necropoli sono il lascito di una civiltà florida scomparsa prima dell’affermazione di Roma. A dare maggior risalto alle necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia è stata la serie-tv Romulus di Matteo Rovere che narra delle vicende precedenti alla nascita di Roma. Alcune riprese sono state girate proprio nelle necropoli di Tarquinia e Cerveteri mentre la serie è stata scritta con la supervisione archeologica di Valentino Nizzo, direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia: la ricostruzione attenta e particolareggiata ha risvegliato l’interesse del grande pubblico per la Roma antica e gli antenati che hanno dato origine al mito.

La necropoli di Tarquinia

Le necropoli possiedono per gli archeologi un’importanza strategica, perché attraverso la loro esplorazione è possibile capire moltissimo sulle usanze e le abitudini dei popoli antichi. Il sito delle città-stato di Cerveteri e Tarquinia comprende le due necropoli della Banditaccia e di Monterozzi. Questi siti hanno fornito agli archeologi la maggior parte delle scoperte legate alla civiltà etrusca.

La necropoli di Tarquinia, conosciuta come Monterozzi per la presenza di tumuli in forma di piccoli monticelli di terra, è una delle più importanti dell’Etruria. Risale al VII sec. a.C. ed è famosa per le meravigliose tombe dipinte, rara testimonianza dell’arte precedente alla Roma Imperiale. Queste tombe sono a forma di tumulo e le camere sono scavate direttamente nella roccia. Si tratta di ben 200 tombe con un modello sepolcrale che deriva da influenze provenienti dal Vicino Oriente, così come anche i minerali utilizzati per gli affreschi provengono dall’Asia Minore.

Tra le tombe più significative da visitare a Tarquinia troviamo:

  • la Tomba del Guerriero
  • la Tomba della Pulcella
  • la Tomba degli Anina
  • la Tomba della Pesca e della Caccia
  • la Tomba delle Leonesse
  • la Tomba dei Leopardi
  • la Tomba dei Giocolieri
  • la Tomba dei Demoni Azzurri.

Da non perdere assolutamente è una visita al Museo Nazionale Etrusco all’interno del rinascimentale Palazzo Vitelleschi, seguita da una passeggiata nel centro storico della città.

La necropoli di Cerveteri

La particolarità della Banditaccia è che questa necropoli famosa in tutto il mondo è organizzata in maniera molto simile a una città: migliaia di sepolcri sono infatti distribuiti come in una pianificazione urbana, con strade, piazzette e tanto di quartieri, per una grandezza totale di 20 ettari. La necropoli di Cerveteri risale al IX secolo a.C. e contiene diverse tipologie di sepolcri, tutti molto particolari: come ad esempio la Tomba dei Vasi Greci, alla quale si accede attraverso un corridoio molto simile a quello di un tempio, o la Tomba della Cornice, che invece ha un ingresso a salire e che si apre su due camere minori con letti funebri che riaffacciano sulla stanza centrale. O ancora la Tomba dei Capitelli, che ha un tetto con una struttura di travi di legno, molto simile a quello di un’abitazione.

Necropoli della Banditaccia, veduta aerea. Fonte: Mibact

Le tombe più spettacolari sono quelle a tumulo, di dimensioni monumentali, dove venivano seppelliti i membri dell’aristocrazia cittadina. Ma quando lo spazio iniziò a scarseggiare, gli Etruschi abbandonarono questo tipo di sepoltura per passare invece alle tombe sotterranee, i cosiddetti “ipogei“.

Tra i tanti ipogei, il più famoso è senza dubbio la Tomba dei Rilievi, a cui si accede attraverso una scalinata scavata nella roccia. Realizzata nel IV sec., apparteneva alla potentissima famiglia etrusca dei Matuna. La stanza principale è sorretta da due colonne e comprende 13 nicchie funerarie di tipo matrimoniale. Ma a rendere così famosa questa tomba sono gli oggetti appesi alle pareti. Non si tratta di oggetti veri e propri, ma di riproduzioni di oggetti in stucco dipinto, un’invenzione che ha consentito a queste decorazioni di preservarsi fino ai nostri giorni. Cosa rappresentano? Strumenti musicali, armi, calzari e altri accessori, destinati probabilmente a riprodurre, all’interno del sepolcro, un’aria di intimità che facesse sentire il defunto “a casa”, ma che diventano, per noi contemporanei, testimonianze preziose della vita quotidiana di un popolo tanto importante quanto misterioso.

 

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